La vera me

La tua ragazza è una stronza


La tua ragazza è una stronza. Si vede da come ciondola il braccio quando passeggiate mano nella mano. Tu non tieni il ritmo e lei ti strattona, quasi fossi il pupazzo nuovo che orgogliosamente mostra in giro. Dovevo immaginarlo che saresti finito con una così. Scialba, piatta, bassa, con una un’espressione velenosa da vipera scopaiola. Nemmeno tu sei mai stato un granché. Scommetto che se potessi ancora guardarti da vicino, noterei le cicatrici lasciate dall’acne malcurata, quelle che nella mia mente ancora generano l’associazione te = limone senza succo ma spremuto comunque.Non mi sei mai piaciuto molto. Fisicamente, intendo. E non mi piaceva nemmeno il tuo carattere. Sei il tipico stronzo rompiballe, che ronza di continuo, manco fosse una zanzara. Dove vai? Con chi vai? Cosa fai? Mi sembra ancora di sentirti e di vedere sulla tua faccia di merda quel piglio autoritario che in realtà non hai. Altrimenti non ti saresti fatto rivoltare come un calzino e spedire a quel paese, non una, non due, bensì mille volte nei soli sette mesi che siamo stati insieme.Fortuna che sono sempre stata brava a ritagliarmi i miei spazi, anche se con te dovevo sudare, stracciare, falciare. Però ci riuscivo. E’ per questo che dovresti stare attento a non andare sulle Alpi. Potresti essere scambiato per un mammifero corniferino e finire vittima di una battuta di caccia.Ti detestavo. E’ questo il punto.E ti detesto tuttora, per quell’atteggiamento patetico e vigliacco che hai asssunto tornando a cercarmi. Che cacchio vuoi? mi chiedo. La vipera scopaiola non ti sta più bene?Fai il finto tonto, credendo di potermi trattare da finta tonta a mia volta. Ma io capisco. Mica mi sto a bere la storiella dell’improvviso interessamento alle mie sorti? Non te ne importava un cavolo di me nemmeno quando stavamo insieme, perciò risparmiami la solfa del Come stai? Il lavoro come va?, perché mi dai ai nervi.Vuoi metterti a posto la coscienza? E per cosa, se ti ho lasciato io? Vuoi riprovarci, perché ancora non ti va giù l’idea di essere stato trattato come una marionetta impotente? Che colpa ne ho, se lo sei?Eppure, da qualche parte, in fondo, ma così in fondo che nemmeno una ruspa con un braccio di 20 km riuscirebbe a raschiare, qualcosa mi impedisce di mandarti a fanculo nuovamente. Non mi piacevi. E’ vero. Odiavo la tua risata perché sembrava il raglio di un asino col catarro. E non mi piacevi, perché in effetti anche sotto molti altri aspetti eri un asino col catarro!Ma ti amavo. Per una ragione o per un’altra, entrambe a me ignote, ero innamorata follemente di te. E forse lo sono ancora, cacchio! Anzi è quasi certo.Perciò, richiamami, per favore! Ho così tante cose di cui parlarti.Anche perché, nel frattempo, ho cambiato lavoro.