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FIGLI E LAVORO

Post n°15 pubblicato il 16 Aprile 2010 da Peerless77

Si sente spesso parlare di calo delle nascite ma si fa davvero qualcosa per aiutare le persone che vorrebbero allargare la famiglia affinchè abbiano le condizioni necessarie per farlo?

Prima di pensare ad un figlio ci vogliono dei requisiti a mio avviso minimi: primo fra tutti il lavoro; ci vuole un lavoro che dia una certa stabilità economica nel tempo ( che non sia precario o a tempo determinato) e che quindi permetta di fare progetti a lunga scadenza. In secondo luogo serve una casa; con un buon lavoro ci si può permettere un mutuo per l’acquisto di una casa. Per raggiungere questi obbiettivi passa del tempo a volte di meno a volte di più.

A questo punto si potrebbe pensare di avere i presupposti per allargare la famiglia quindi molte persone armate di entusiasmo si imbarcano nella favolosa avventura di diventare genitori.

Esperienza straordinaria avere quel fagottino tra le braccia che ti guarda pieno di fiducia, ti sorride e ti stringe il dito nei suoi pugnetti.

Passato questo primo momento di gioia si rientra nella realtà molto bruscamente con le difficoltà pratiche e organizzative che si devono affrontare.

Chi sta scrivendo è una mamma di 33 anni con una bambina di poco più di 5 mesi, che al momento si trova a dover affrontare la situazione di non poter scegliere se rientrare a lavorare o fare la mamma.

Dopo i 5 mesi di maternità riconosciuti dalla legge italiana divisibili in due mesi prima del parto e tre mesi dopo,  oppure, se si ha la fortuna, come nel mio caso, di avere una gravidanza senza problemi, di lavorare fino ad un mese prima e stare a casa i successivi 4 mesi; l’opportunità che viene offerta a questo punto è quella di stare a casa per tre mesi al 30% dello stipendio e poi rientrare o di continuare a stare a casa ma senza percepire lo stipendio oppure di rientrare a lavorare prendendo l’allattamento che consiste nel lavorare 6 ore anziché 8.

Non posso usufruire della prima possibilità perché mi trovo a dover pagare il mutuo della casa e il finanziamento della macchina e dovendo rientrare a lavorare nasce un altro cruccio, a chi lasciare la bambina?

Ora anche qui si hanno diverse possibilità: l’asilo nido, i nonni o una tata.

Tra le scelte possibili quella di sicuro più economica sono i nonni, ai quali si ricorre in quanto spesso in pensione e quindi liberi da impegni lavorativi. Sicuramente sono persone di famiglia alle quali il bambino è abituato (quindi il distacco dai genitori è meno traumatico) ma comunque diverse dai genitori.

Perché i nonni possano prendersi cura di un bambino però devono prima di tutto stare bene in salute e poi non essere troppo anziani.

Se non si può fare affidamento sui nonni restano le tate, che di certo sono la soluzione meno economica ma a disposizione per orari e esigenze dei genitori.

E alla fine restano gli asili nido che in molti caso hanno delle lunghe liste di attesa per l’inserimento dei piccoli.

Come si può pensare di staccare un bambino di 3 o 4 mesi dalla mamma che a questa età è la sua principale se non esclusiva fonte di alimentazione che segue i ritmi naturali del bambino e non orari prestabiliti?

Un bambino tanto piccolo ha bisogno della mamma; quando piange per qualsiasi motivo è la mamma che accorre standogli vicino , consolandolo e tranquillizzandolo, è lei la sua figura di riferimento, separarli è un trauma per entrambi. Sei ore poi è un tempo davvero lungo vissuto da entrambi come un abbandono.

Quando sono così piccoli ogni giorno è pieno di progressi e di scoperte, stando lontani non saranno le mamme a vivere questi eventi straordinari e ad indirizzarli come invece dovrebbe essere.

Perché mettere le mamme nella difficile posizione di dover scegliere se abbandonare il bambino e fare la mamma part-time o di abbandonare il lavoro?

Avete letto bene ho scritto proprio mamma part-time, perché se lasciamo che altre persone per quanto brave, competenti ed efficienti (ma pur sempre estranee) allevino i nostri piccoli per 6 o 8 ore al giorno quanto tempo ci resta da passare con loro e dove va a finire il nostro ruolo di genitore e di educatore?

Con i costi della vita di oggi e soprattutto con le spese che un bambino comporta tra pappe, pannolini e vestitini di certo abbandonare il lavoro è impensabile e passare da un lavoro a giornata ad uno part-time non è la situazione ideale a livello economico e di certo non risolverebbe il problema del distacco dal bambino.

Sentendo parlare le nonne si torna indietro nel tempo ad una realtà completamente diversa dove le donne non lavoravano, avevano il compito di allevare i figli e amministrare la casa, ruolo questo spesso sottovalutato; è vero che era poco considerata, completamente dipendente dal marito a livello economico e spesso ignorante in quanto non aveva avuto la fortuna di poter studiare, ma svolgeva un ruolo fondamentale all’interno della famiglia.

Oggi ci troviamo in una situazione completamente diversa nella quale il lavoro per la donna è una realizzazione personale e le permette di avere una indipendenza economica che sicuramente fa la differenza all’interno di una famiglia ma chi si occupa appunto della gestione della casa e dei figli?

Magari in passato la vita più semplice era meno dispendiosa e con uno stipendio, anche facendo sacrifici, si riusciva a vivere in maniera magari non agiata ma dignitosa; oggi per avere un tenore di vita decente non basta avere uno stipendio, a meno che non sia molto alto, quindi la donna spesso non può permettersi di stare a casa con il figlio.

Ora mi domando, perché per i lavori dove sia possibile non venga incentivato il lavoro da casa in modo da permettere alle mamme di non dover rinunciare al loro ruolo di figure di riferimento e di educatrici per i loro piccoli?

Il lavoro da casa permetterebbe di non dover scegliere tra lavoro e famiglia ma di rendere le due cose compatibili e conciliabili.

Molti lavori che si svolgono davanti ad un pc sono possibili anche a distanza dalla sede di lavoro con la tecnologia odierna, basta avere un collegamento ad internet ed il gioco è fatto, ci si può collegare ai pc del posto di lavoro senza essere obbligatoriamente presenti in azienda.

Questo sarebbe possibile anche per quei lavori dove vengono prodotti dei piccoli oggetti a livello manuale (tipo le rifiniture delle confezioni tanto per capirsi).

In questo modo si risolverebbero molti problemi logistici, organizzativi ed economici, si ridurrebbe il traffico e di conseguenza l’inquinamento.

Lavorando da casa, una mamma, potrebbe stare con il suo piccolo senza dover rinunciare ad un importante entrata economica che non gli verrebbe comunque regalata, in quanto produrrebbe anche se non in sede aziendale.

Quindi perché, dove possibile, non incentivare il lavoro da casa agevolando le ditte che decidessero di rendere la cosa possibile magari con sgravi fiscali?

Perché non usare la tecnologia per agevolare le mamme e le famiglie?

Perché alcuni lavori vengono conteggiati ad “ora” quando sarebbe possibile farlo a “progetto”?

Perché non promuovere qualità e produzione anziché orario di lavoro?

Un’altra ipotesi interessante sarebbe quella di portare i piccoli al nido per non più di 4 ore al giorno in modo tale che abbiano modo di interagire e socializzare con con altri bambini; così facendo si garantirebbe la presenza al datore di lavoro sia pure per mezza giornata e di lavorare da casa il restante tempo mantenedo così alto il livello produttivo.

Quattro ore di distacco credo che siano un tempo più ragionevole rispetto alle sei ore attuali per bambini tanto piccoli e queste ore trascorse al nido permetterebbero loro di avere contatti con persone diverse dai genitori ma di non sentirsi abbandonati e permette alle mamme di non rinunciare a vivere i progressi e le scoperte che i loro pargoli fanno giornalmente continuando ad essere la loro figura di riferimento.

Credo che i figli debbano stare con i genitori, che siano loro a doverli educare e gestire e per farlo devono poterci stare insieme.

Sono una persona che non desidera che gli venga regalato lo stipendio ma al tempo stesso che non vuole rinunciare a fare la mamma, per questo credo che il lavoro da casa sia una straordinaria possibilità da creare, promuovere e incentivare.

Penso che le persone che decidono di diventare genitori non lo fanno con la prospettiva di mettere al mondo un figlio per farlo allevare da qualcun’altro e perdersi così le sue scoperte e i suoi progressi giornalieri.

Spero davvero che chi ne ha la possibilità faccia in modo che il lavoro da casa divenga una realtà possibile, così, magari, sarebbe meno difficile mettere al mondo dei figli in quanto non ci sarebbe la necessità di separarsene per tornare a lavorare e non si penalizzerebbe l’entrata economica della famiglia.

 

 

 

 

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La cucina di Titti

Dopo parecchio tempo finalmente mi sono decisa a creare questo blog di ricette con il quale cercherò di mettere ordine tra le migliaia di ricette che ho sparpagliate per casa, prese un po ovunque, parenti , riviste, libri, internet, inventate... in genere chi le assaggia le trova gustose, quindi spero che questo ricettario possa aiutare qualcuno a fare bella figura.

 
 

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