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Pizzichi di storia
Post n°49 pubblicato il 07 Ottobre 2008 da ladestracalolzio
Al centro di questo sistema, personaggio mitico, eroe, eponimo del nuovo tempo in cui vive egli è presentato come una vera benedizione che l’Italia ha avuto da Dio: accorto, vigile, infallibile come una divinità, egli vigila sui destini del Paese. Capi di Stato stranieri lo ammirano, poeti lo cantano, scrittori lo esaltano, il clero lo benedice come “Uomo della Provvidenza”, anche i suoi oppositori di un tempo tremano per la sua salute. In quella stagione l’Ialia vive la sua grande kermesse eroica, una rumorosa, multicolore, esaltante ubriacatura patriottica, il momento del consenso plebiscitario, in cui gli italiani trovano il loro più alto momento di coesione emozionale. Nelle celebrazioni che si svolgono sviluppano la consapevolezza e l’orgoglio di far parte di un Paese virile e guerriero, di una grande comunità unita e concorde, che ha antiche tradizioni, ora definitivamente ritrovate, ed è stata segnata dalla sorte per compiere una missione di civiltà nella storia del mondo. Lo spettacolo del mondo ordinato, efficiente, rassicurante e concorde del tempo è descritto nella più insospettabile delle testimonianze, quella dello scrittore sovietico Isaak Babel’, il cantore dell’epopea dell’armata rossa, di un bolscevico che ha combattuto nella rivoluzione d’ottobre e poi nella guerra civile nell’armata a cavallo del generale Budiennji, redatta in occasione della sua visita in Italia nel 1932. «Parlavo con i turisti che arrivavano in Italia e che mancavano da essa da una dozzina di anni. Il cambiamento era enorme. Le ferrovie le migliori d’Europa, la miseria era diminuita, le strade pulite con lunghi filari di alberi. Si stavano realizzando esperimenti per l’elettrificazione delle ferrovie. C’erano anche i nostri ingegneri giunti dalla Russia per imparare. Sulle Alpi i treni raggiungono i cento chilometri all’ora. Delle loro imprese gli italiani si vantano di continuo. Certo è che oggi si può dire che non c’è al mondo un governo che possa andare fiero di se stesso quanto quello italiano». Sentimento di appartenenza e proiezione nella sfera eroica. Il mondo si popola di miti ed eroi; inondato di canti e bandiere. Il confine tra l’immaginazione e la realtà, già così labile fra i più giovani, è cancellato. E' in questi momenti di storia che i comunisti sull’onda di quell’entusiasmo che sembra aver contagiato tutti scrivono ai loro “fratelli in camicia nera” la lettera della riconciliazione firmata da tutto lo stato maggiore del partito comunista (62 dirigenti da Togliatti a Di Vittorio, a Leo Valiani a Luigi Longo) nella quale dichiarano che «i comunisti fanno proprio il programma fascista del 1919, che è un programma di libertà». Giorgio Amendola scrive: «Le grandi collettività di emigrati negli Stati Uniti, nell’America Latina, in Africa (Tunisia) e negli stessi Stati europei traevano, dopo la dichiarazione dell’impero, motivo di orgoglio nazionale. Per la prima volta sembrava alla maggioranza degli emigrati che l’Italia fosse temuta e rispettata. Per lungo tempo offesi ed umiliati, guardarono al fascismo con ammirazione e gratitudine e al Duce, rispettato e temuto nei consessi internazionali, come al pilota della Storia». |
Un politico pensa alle prossime elezioni; un uomo di Stato alle prossime generazioni.
- John Clarke
Che grande uomo politico sarebbe stato Giuda!
- Achille Tournier
- Charles De Gaulle
Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura (dal film MATRIX).
E' tempo di sapere quale futuro vogliamo per il nostro pianeta, per noi, stessi e per le generazioni che ci seguiranno.
E' giunto il tempo per i cittadini di smettere di fidarsi ciecamente al modo con cui i politici gestiscono il mondo, servendo esclusivamente interessi personali.
Per ridare un senso alla democrazia, i cittadini devono smettere di essere passivi e spettatori, come il docile gregge che si vorrebbe che siano. Devono riflettere a ciò che vogliono veramente ed assumere in modo coerente il ruolo di stipendiato, consumatore, contribuente, elettore, dimostrando di non essere più pecora delle pecore.
Le direzioni prese dall'economia, la società, la tecnologia e l'ambiente non sono inevitabili
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