Oggi avrebbero dovuto riaprire i cancelli della ERC spa di Calolziocorte, che aveva fatto ricorso alla cassa integrazione straordinaria nel mese di luglio per tutti i suoi 280 dipendenti, di cui 170 donne (i dati sono tutti di fonte interna). Alcuni avrebbero dovuto riprendere il lavoro alle 08.00, altri alle ore 14.00. L’appuntamento era per le ore 10.00 con il liquidatore (o meglio la liquidatrice), che avrebbe reso noto la sorte della fabbrica e dei suoi dipendenti. Parlando con qualcuno di loro nei giorni scorsi, appariva palese la paura del fallimento, che avrebbe buttato tutti in mezzo a una strada senza percepire, almeno nel breve, una lira. Qualcuno aveva già pensato di rivolgersi all’Amministrazione comunale di Calolzio in cerca di aiuto in quanto impossibilitato a proseguire un normale corso della vita senza lavoro. Il sindaco Arrigoni ha proposto d’istituire un fondo per gli operai della ERC, nelle condizioni economiche più disagiate, gravati da mutui, con alimenti da passare ai figli, affitti onerosi, spese mediche, tanto per citare qualche esempio. Si vedrà. Alle ore 09.30 sono arrivato ai cancelli della fabbrica e il panorama che mi s’è presentato davanti non è stato, in base alle mie esperienze passate, per niente edificante: auto dei vigili urbani, della polizia e dei carabinieri, per un totale di una ventina di persone in tutto, a presidiare cancelli e dintorni. Non c’è voluto molto a capire che il liquidatore non si sarebbe fatto vivo. Ho potuto constatare della presenza solidale di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione con alcuni consiglieri, de La Destra Calolzio, nella persona del sottoscritto, dei sindacati e di giornalisti rappresentanti delle varie testate locali. Alla fine, però, a tutti gli operai e alle operaie della ERC non è rimasto che riunirsi in corteo e sfilare per le strade di Calolziocorte, scortati dalle forze dell’ordine. A parte alcuni che sono rimasti a presidiare i cancelli, che non sarebbero stati aperti per quella mattina, come mi confidava il portinaio, persona a me nota, come tanti altri (ho lavorato alla ERC 9 anni). Altri operai avrebbero dovuto entrare a lavorare dalle ore 14.00 alle ore 18.00, tuttavia le rappresentanze sindacali hanno affisso all’entrata un comunicato per dispensarli dal presentarsi in fabbrica, fino a domani alle ore 08.00. Il presidio avrebbe dovuto continuare per tutto il pomeriggio. Operai della manutenzione hanno ripreso il loro posto, per sistemare reparti e linee di produzione, in modo da renderli presentabili e operativi all’esame di probaili acquirenti. Fuori dai cancelli si vociferava di Gewiss, Carpeggiani e di qualche altro. Solo voci? Forse! Fatto sta che al tavolo delle trattative sembra non esserci nessuno. La proprietà latita per prendere tempo, fino al giorno 4 settembre, quando scadrà il contratto dei 70 dipendenti assorbiti l’anno scorso dalla Keneletric di Cisano B.sco. (sempre della stessa proprietà) i quali non potranno più avvalersi di nessun ammortizzatore sociale. Per i rimanenti la sorte sembra destinata ad essere procrastinata nel tempo. Della sorte dello stabilimento in Argentina per ora nessuno ha saputo riferire e del magazzino di Olginate (zona Stucchi) per ora si sa che non è proprietà in solido, ma affittata. Il sindacalista della CGIL di Calolziocorte sperava in un incontro con il liquidatore-trice per questa sera alle ore 17.00, per qualche aggiornamento. Davvero una bruttissima situazione, sopratutto complessa. Domani è un altro giorno e si vedrà, ma molti pensano che non ci saranno novità rilevanti. Le maestranze, rimangono in attesa del 10 settembre, il tradizionale giorno di paga. Per adesso sperano di saldare almeno i mesi di luglio e agosto, di cui sono stati versati soltanto gli acconti. Del premio non si sa ancora nulla, ma quest’anno nessuno si fa illusioni. Si vedrà. L’incertezza regna sovrana, ma la certezza di rimanere in mezzo alla strada, impèra.Ne riparleremo!Coordinatore La Destra Calolzio e Val San Martino - Renato Bolis