LA DESTRA CALOLZIO

Figuraccia italiana


Certo che ciò che è accaduto a Sofia, nel corso della partita Italia-Bulgaria ha qualcosa d’inverosimile. Tifosi presi un po’ da tutta Italia, qualcuno ha scritto persino da Napoli, sono andati a portare la nostra inciviltà anche lassù, come se non bastassero i fatti recenti della “monezza” e della prova caricaturale che sta dando il nostro governo agli occhi del mondo sia a est sia ad ovest. La vista di quei ragazzi allo stadio che ostentavano a volto scoperto tutta la loro rabbia, o soltanto stupidità, servendosi di simboli che nulla hanno a che vedere con il gioco del calcio, hanno lasciato sgomenti. Una cosa che a me che sono di una destra sociale lascia intendere due cose: la prima che il clima che s’è creato in Italia, soprattutto da chi insieme all’acqua sporca ha buttato via anche il bambino, ha spinto le frange più estremiste ad essere orgogliosi di stare dalla parte sbagliata, a palesarsi con manifestazioni pubbliche assurde e vergognose. Il fatto, poi, di mischiare simboli diversi e di diversa provenienza storica la dice lunga sulla confusione che regna nelle teste di molti ragazzi.  Preoccupante, nella situazione attuale e per il prossimo futuro, sembra tuttavia, non essere più un ritorno al fascismo mussoliniano, ma al nazismo hitleriano o nuovi tipi di estremismi, ben peggiori che li racchiude un po’ tutti. Se così dovesse accadere la gente capirebbe una volta per tutta la differenza estreme che contraddistinguevano le varie dittature.  La seconda cosa, che è forse quella in cui sperare, anche se un pochino utopica, è che sia in atto un processo denigratorio a danno del La Destra, visto che per ora La Sinistra non mangia più i bambini (a dire il vero non mangia più niente). Sembra però essere in corso un’azione volta a delegittimare storicamente un partito che accoglie persone che non né vogliono sapere di rinunciare ad alcuni valori che contrastano profondamente con il modus operandi delle forze al governo, anche se poi tendenzialmente vengono definiti “fascisti” tutti quelli “contro”, o perché vestiti alla moda o soltanto perché non ti fanno entrare in un locale (ho sentito dare del fascista al signore che regolava l’ingresso di un locale di Milano sabato sera, perché non ha fatto entrare alcuni ragazzi) poi si governa per decreti, si va a stringere la mano indistintamente a Putin, Mubarrak, o  Gheddafi, che stinchi di santo non sono e si osanna Bush, quasi fino allo svenimento, come un grande statista. Questi sarebbero i democratici. Da vomitare.  Tornando a monte, penso che non si possano bruciare bandiere di nessun colore, di nessuno Stato. Quelli che abbiamo visto a Sofia, bruciare la bandiera bulgara (e poi a che pro) non sono fascisti, non sono Italia, però sono italiani, italiani di m..., senza cultura e forse come ho scritto sopra, prezzolati per screditare qualcun altro. Non so! Qui non c’è onore, non c'è orgoglio, non c'è un bel niente. Soltanto voglia di apparire, come massa pecorona. Io sono del parere che la bandiere si possono conquistare, ma mai bruciare. Purtroppo, non dobbiamo dimenticare (e come si può) che altri italiani allo stadio arrivarono a fischiare l'inno dell'Argentina ai mondiali del 1990, in Italia, per la faccenda Maradona, dopo che lo avevano tanto osannato (italian style).  Ora, mi chiedo, si possono esprimere pareri, è legittimo, ma come si fa a fischiare un inno, per futili motivi, davanti a tutto il mondo? Come si fa a non rispettare una bandiera o addirittura bruciarla? Sono cose lontane da me, da noi di Destra. Inconcepibili. Non moltissimi anni fa abbiamo visto tutti in televisione altri italiani bruciare le bandiere americane e di Israele nelle manifestazioni di piazza e “Credo sia uno scempio gravissimo” scrive un blog amico, che poi aggiunge argutamente “ma penso che tutto l'eco che si sta dando oggi a questo fatto in Bulgaria serva a nascondere qualcosa che accade in Italia e i giornalisti si voltano dall’altra parte”. Come biasimarli! Basta un taglio ai fondi per l’editoria e si ritrovano non più a scrivere di migliaia di persone buttate in mezzo alla strada, ma in mezzo ad una strada a parlare di loro stessi. Poi vedi dove vanno a finire i loro bei sorrisetti stupidi, davanti alle telecamere, soprattutto quando ostentati in programmi che trattano di crisi internazionale o di cultura economica o di drammi della nostra società. Un vero affronto a chi lotta per sopravvivere nel nostro paese. Questo succede in Rai, in Mediaset, come in La7, o nelle TV private e devo dire che, se a me, un pochino da fastidio, forse a qualcun altro fa incazzare.  Per concludere non scorderò mai quello che accade in RAI alcuni anni fa durante il minuto di raccoglimento per commemorare i morti di Nassirya prima della partita Polonia – Italia del 2003: mandarono la pubblicità. Alla faccia del rispetto per le bandiere.  Credo che presi singolarmente come capacità di eroismi o genialità gli italiani nel mondo sono impareggiabili, ma credo non vi sia nulla di peggio degli italiani in massa. Da un secolo e mezzo l’Italia è stata fatta, purtroppo gli italiani sono ancora da fare. Il problema è che non siamo ancora nazione e per noi la bandiera è rimasta un’identità astratta, non inconfondibile. E non solo per noi. Pensiamo alla sfacciata somiglianza con quella messicana e ungherese, che ha visto, nel corso della premiazione del Gran premio di Australia di MotoGP, vinto da Stoner, questultima salire sul pennone del 2° posto di Valentino Rossi, perché  laggiù pensavano fosse la stessa cosa. Gulp! Per una volta non sono stati gli italiani a fare la figura di cacca.        Italia-1861            Ungheria-1848           Messico-1823