LA DESTRA CALOLZIO

Per concludere il I° congresso de La Destra a Roma


Il nostro Segretario Nazionale Storace ha inoltre ribadito: "L'elezione di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti ha un tratto di innovazione rivoluzionaria che sarebbe superficiale limitare al colore della pelle, come disse incredibilmente tempo addietro l'attuale presidente della Camera dei Deputati, sostenendo che era presto per l'America pensare ad un presidente di colore. La lungimiranza dell'onorevole Fini gli impediva di vedere la portata straordinaria di una proposta politica che punta invece all'indipendenza energetica di una nazione, all'affermazione di una sanità finalmente pubblica, ad una riforma fiscale di cui persino da noi si perdono le traccia, ad una riforma educativa che veda gli studenti e gli insegnanti come protagonisti e non come nemici da colpire. Ecco, il popolo americano sembra voler rifiutare la vecchia gendarmeria globale e comincia a pensare un po' di più a come far crescere i propri figli.  Di fronte a noi abbiamo un mare aperto in cui navigare senza incertezze. Lo ha la Destra italiana se sarà capace di coltivare l'ambizioso sogno di unità più attorno ai valori che ai personalismi. Ma guai a perdere la straordinaria opportunità che si apre di fronte a una comunità che non intende smettere di continuare a credere nella forza delle proprie idee e non si può permettere mille sigle. Si continui a ragionare, ma ci si decida, senza attendere le offerte oltraggiose di annessione di chi le pensa esattamente in maniera opposta rispetto a ciascuno di noi. L'Italia ridotta a uno è possibile solo nelle teste di Berlusconi e Brunetta. La Destra, comunque, non resterà ferma ad aspettare. Siamo chiamati a contrastare un relativismo che ormai ha contagiato in pieno la politica italiana e parte della società. Ne è un esempio una delle cose più brutte a cui ci è capitato di assistere, l'approvazione in pochissime sedute parlamentari del lodo Alfano. Tutto passa in secondo ordine, la legalità è subordinata al diritto di governare in pace. Io non voglio credere che sia questo il destino della nostra Nazione e per questo chiamiamo a raccolta l'Italia che non vuole rassegnarsi e lo faremo in ogni prova elettorale che avremo di fronte a noi. Sappiamo che avremo pochissimo spazio dai media tradizionali, ma questo non vuol dire arrendersi. Stiamo lavorando alla realizzazione di un quotidiano da spedire in  abbonamento postale, dobbiamo soprattutto intensificare, migliorare, rafforzare il nostro presidio sulla rete. 10, 100, 1000 blog in tutta Italia per invadere le case in ogni luogo: ho già individuato un dirigente toscano che chiamerò ad occuparsi della rete informatica del movimento in ogni angolo del Paese. Il web dovrà essere una delle chiavi del nostro successo prossimo venturo. Ma soprattutto dovremo sapere che cosa si comunica, dove si comunica. E qui dovrà emergere tutta la nostra capacità di puntare sul sociale, facendo rete con il vasto, vastissimo arcipelago dell'associazionismo senza rappresentanza: facciamoci trovare pronti alla domanda di chi chiede inclusione nella protesta popolare da portare finalmente nelle istituzioni e nel nome di una destra di governo capace di proposta politica e di coerenza con la propria cultura  Nella prossima primavera, alle amministrative e alle europee raccoglieremo i frutti se avremo ben seminato. Per questo, adesso, ci vuole un partito strutturato, che non veda il fine della propria iniziativa solo nelle alleanze.... e su questo va detta una parola chiara: le alleanze si fanno in base agli obiettivi, altrimenti non serve presentare le liste de La Destra per snaturare la nostra missione. Daremo spazio al territorio come è giusto che sia, ma la linea dovremo deciderla assieme, perché il ruolo della direzione del partito non può essere evanescente. Ci sarà il doveroso confronto con le strutture locali, ma dovrà essere chiaro a tutti che la partita la dobbiamo giocare prima sui contenuti e poi sul contenitore.  Le alleanze a prescindere non sono roba per noi. Sarà il gruppo dirigente che uscirà dal congresso a definire le strategie. Non correremo appresso a nessuno, perché vogliamo che prevalga la chiarezza. Non ci piace affatto questo assetto politico. Noi preferiamo combattere, perché altro non avrebbe senso politico. Abbiamo troppo in considerazione termini come Libertà, Indipendenza, Identità per poterli svendere in cambio di qualche comoda poltrona e che siamo consapevoli che, se le istituzioni sono un luogo fondamentale della politica, esse non sono l’unico luogo in cui si possa sviluppare l’agone politico. Poco conta non avercela fatta ad entrare in Parlamento – non è quello il fine della vita, almeno per chi ha deciso di ricostituire La Destra italiana – ma conta aver dimostrato che uno spazio politico c’è e si può ampliare. Questo è possibile se allarghiamo l’orizzonte, se anziché guardare solo al vicino di casa cominciamo a cercare quelli che la casa non ce l’hanno più e i prossimi tempi, settimane, mesi, non anni, ce ne daranno conferma ineludibile.  Il nostro cammino è intrapreso. Indietro non si torna. Non per presunzione che spesso si traduce nell’incapacità di comprendere gli eventi e anticipare il futuro, ma perché le fondamenta stesse della nostra casa risiedono proprio nella volontà di poter esprimere liberamente un progetto nuovo, che sfugga alle categorie logore del passato ma che nemmeno s'inquadri in quelle, sterili, del presente.  La Destra non ammainerà mai le proprie bandiere perché non ha mai smesso di amare chi ci ha insegnato che se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee, o non vale niente lui o non valgono niente le sue idee!"