LA DESTRA CALOLZIO

Non ho ancora voglia di parlare dei risultati elettorali, quindi...


Il 5 per mille all'Abruzzo è solo un'operazione di marketing. E una furbata. Come molte altri trucchi illusionistici cui ci ha abituato Tremonti in questi anni. Con la previsione di poter destinare una parte del gettito del 5 per mille alla ricostruzione dell'Abruzzo, lo Stato italiano non stanzierà nuovi soldi per far fronte all'emergenza iniziata con il terremoto del 6 aprile. Semplicemente li sottrarrà ad altre attività sociali e umanitarie portate avanti dal volontariato, dalle associazioni dalle istituzioni della ricerca scientifica. Parliamo al massimo in ogni caso di poche centinaia di milioni a fronte dei 12 miliardi di euro che servono -così ha detto Maroni- per la ricostruzione delle aree terremotate. Il meccanismo è noto. Ogni anno i contribuenti italiani destinano il 5 per mille delle loro tasse (lo fa circa il 60% per complessivi 400 milioni) ad associazioni, organizzazioni di  volontariato, istituzioni della ricerca scientifica, ecc che li usano per promuovere le loro attività sociali: l'assistenza agli anziani, la ricerca sul cancro, l'aiuto umanitario ai paesi poveri, ecc. Con la trovata di Tremonti il rischio è che tali risorse vengano spostate da queste attività sociali ed umanitarie all'intervento in Abruzzo. In una parola: soldi per la solidarietà sottratti alla solidarietà. Invece di ridurre le spese militari o annullare le parate militare (che molti milioni di euro ci costano), invece di sospendere l'avvio della costruzione del ponte sullo stretto, vengono tolti i soldi a chi si occupa di solidarietà e a chi fa fronte alle emergenze quotidiane del nostro paese.   La proposta è uno specchietto per le allodole anche per un altro motivo: serviranno almeno tre anni per sapere quanti italiani hanno versato e quanti soldi sono stati versati a favore dell'Abruzzo. E solo allora quei soldi saranno disponibili. Tra tre anni. Ma allora, se proprio si fosse voluto utilizzare il meccanismo dei versamenti in occasione della dichiarazione dei redditi perchè non si è fatto
ricorso alla legge 222 del 1985 che istituisce l'8 per mille (quello che va alle Chiese o in alternativa allo Stato)  che già prevede che i soldi versati allo Stato possano essere destinati alle calamità naturali? E perchè non prevedere -in aggiunta- che oltre ai soldi destinati allo Stato (magari da incentivare con un po' di promozione) anche l'8 per mille senza destinazione (moltissimi non fanno alcuna scelta al momento della dichiarazione) vadano tutti all'emergenza Abruzzo? Sarebbe stata una scelta più seria e ragionevole. E dei 5 miliardi di euro donati a Gheddafi per lo sviluppo economico della Libia, soldi che finiranno nelle tasche dei potentati economici del nostro paese ( Astaldi, Italcementi, Eni, soltanto per citarne alcuni); e i soldi spesi per l’acquisto di 134 caccia bombardieri F35, al costo di 15 miliardi di euro e poi altri soldi spesi per…, e poi e poi… Comunque sia, è inutile blaterare, scrivere o lanciare strali contro il Governo. Con il voto del 6 e 7 giugno s’è ormai palesata la volontà da parte del 66% degli italiani di riconfermare lo status quo. Quindi non mi sento di confutare più di tanto il giudizio espresso dal nostro popolo, che evidentemente non sta poi tanto male o non ha trovato di meglio, in sostituzione delle attuali forze di governo.E poi… non né ho più neppure tanta voglia. Loro (Lega e Pdl) festeggiano alla grande e si godono la straripante vittoria, mentre noi ci lecchiamo le ferite. Questo è! Ringrazio G. Marcon per il bell’articolo di questo post