LA DESTRA CALOLZIO

Chiusura Guantanamo. Un altro fallimento di Obama.


 Modello americano: l’insuccesso della chiusura di Guantánamo è un simbolo del fallimentare modo di Barack Obama di affrontare la realtà del mondo.Il nuovo anno ci porta ad un anniversario che Barack Obama preferisce passi inosservato. Non parlo, naturalmente del giuramento come quarantaquattresimo Presidente. L'anniversario che Obama preferirebbe dimenticare è un evento che ha avuto luogo il 22 gennaio, il giorno stesso che ha prestato giuramento una seconda volta sotto forma di un ordine esecutivo ufficialmente formulato.  In esso, Obama solennemente proclamava : "Le strutture di detenzione di Guantánamo per individui coinvolti da questo ordine deve essere chiuso appena possibile ed entro 1 anno dalla data dello stesso. L'ordine è stato firmato in presenza di un gruppo di pensionati alti ufficiali militari, che avevano sostenuto la candidatura del signor Obama. Uno di loro, Maj Gen Paul Eaton, aveva proposto il 22 gennaio come "giornata memorabile".  Quella sera, il generale entusiasticamente dichiarò che "la decisione del nostro Presidente è niente meno che fantastica, di grande coraggio", strombazzando che "con fatto che ci accingiamo a trasformare questo gulag, creato in una originaria un'installazione navale, la prigione di Guantanamo cesserà di esistere e cesserà così di essere un modo di reclutamento di Al Qaeda".  L’ordine esecutivo di Obama per la chiusura della base di Guantánamo è stato salutato nel mondo “come una coraggiosa rottura con la funesta amministrazione Bush . Siamo pieni di speranza che il mondo sia sulla via della ragione e della pace," aveva detto il Presidente del Venezuela Hugo Chavez .Tranne, ovviamente, che la base di detenzione non è stata chiusa.Due anni dopo l'ordine esecutivo – la direttiva di un comandante in capo e non una mera promessa in campagna elettorale – appare più chiaro che mai che Guantánamo esiste ancora e là e sembra doverci rimanere. Vi sono ancora reclusi 174 detenuti politici, solo tre dei quali sono stati provati colpevoli.  Privatamente, funzionari della casa bianca ammettono che la struttura verrà aperta soltanto il 6 novembre 2012, per quando Obama dovrà affrontare la campagna elettorale per una nuova rielezione. La richiesta di quando l'ordine potrebbe essere veramente attuato, tuttavia, provoca inevitabilmente gesti di disapprovazione. Semplicemente, chiedere a proposito di Guantánamo, è come chiedere di rubare in chiesa.I difensori del Obama sostengono che l'ordine esecutivo era un importante atto di simbolismo, necessario per “voltare pagina” dopo l'amministrazione Bush.Mentre, invece, i Neanderthal repubblicani in Campidoglio ritengono trattarsi di un sistema per gettare polvere nell’ingranaggio, in modo da bloccare il trasferimento di prigionieri sul suolo americano.  Il problema è che è stato grazie al Congresso, controllato dai democratici, che è passato l'accordo bipartisan sul bilancio per trattenere fondi "per creare o modificare un impianto all'interno degli Stati Uniti, in struttura per detenuti trasferiti dal centro di detenzione di Guantanamo" o "per trasferire, rilasciare o assistere il trasferimento o la liberazione dei detenuti di Guantanamo a/o all'interno degli Stati Uniti".Questa ipocrisia si estende ad entrambi le parti politiche, democratici e repubblicani, ma anche al resto del mondo, che ha condannato l'America di imprigionare i poveri innocenti detenuti a Guantanamo, mentre si rifiuta di accoglierli nei propri paesi dove sono, di fatto, considerati pericolosi terroristi.Mentre non vi è dubbio che ci sono state violazioni dei diritti umani a Guantanamo o che l’esperienza di tale struttura oltreconfine sia stata infelice, Obama è stato ufficialmente costretto ad ammettere che la speranza non sempre si tramuta in realtà. Funzionari dell’intelligence americana hanno concluso che cinque dei detenuti trasferiti ad altri paesi da Guantánamo, dall'amministrazione Obama, 69 si sono ricongiunti a gruppi terroristi diversi, mentre un quarto dei 598 detenuti liberati dal 2002 si sono riuniti alla jihad contro l'America. Adesso, Obama pianifica di emmettere un altro ordine esecutivo diretto contro i detenuti che possono essere trattenuti indefinitamente senza processo. Nonostante egli non possa chiudere Guantanamo, non mostra alcun entusiasmo per l’opera che i tribunali militari svolgono laggiù.Guantánamo è solo un esempio di predilezione di Obama per i grandi gesti, oltre al distacco dalle cose che il suo predecessore possa avere fatto senza un preciso piano per affrontare le questioni spinose dietro di esse. Certo che per un autoproclamatosi “professore di legge” (mentre è un oratore, conferenziere) è ironico che la volontà di citare la complessità del problema sia solo ciò che sappia fare. E la più grande vulnerabilità politica di Obama è che gli americani si stanno stancando del simbolico autocompiacimento, come sostituto per aggrapparsi alla disordinata realtà del mondo.Toby Harnden’s The telegraphtrad. personale