sempre me stessa

marta


marta aveva un grosso problema: non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti. solo in un modo riusciva: cucinando. lei riusciva a preparare gustose pietanze con aromi che si diffondevano ovunque e si infiltravano sino in fondo al cuore. e cosi', dopo l'ennesimo fallimento sentimentale, decise di dedicare una serata alla cosa che piu' adorava fare: preparare del cibo per i suoi invitati. mentre i suoi occhi sgorgavano lacrime, le sue mani impastavamo, mesciavano, condivano, speziavano abilmente come solo lei sapeva fare. la sua cucina era un esplosione di odori, colori e sapori. a tavola aspettavano in silenzio religioso le pietanze preparate con tanto amore. il profumo poteva distinguersi anche altrove, per le strade del piccolo paese in cui viveva....e portato dal vento, anche in quello vicino. tutti serravano gli occhi e dilatavano le narici per riuscire ad assaporare cio' che non potevano toccare. ed ecco alzarsi le narici di un vagabondo che vagava ormai da giorni, anzi, da tempo in cerca del nulla piu' assoluto. con l'istinto che solo le persone di strada riescono ad avere, segui' l'aroma sino alla destinazione sconosciuta. marta gli apri' la porta. gli fece talmente pena quell'uomo che decise di farlo entrare e farlo sedere al suo tavolo con gli altri. lui capi' da dove proveniva quell'essenza che seguiva...era la pelle di quella donna...un misto di crostata di mirtilli, pomodoro fresco con basilico, cannella e peperoncino. si sedette alla sua tavola senza coplimenti e porto' alla bocca la pietanza pronta. fu cosi' che si innamoro' perdutamente di quella zuppa .....e si accorse che non poteva piu' fare a meno di quella donna. marta.