LADRI DI PAGNOTTELLE

L’anoressia tra gli uomini dilaga


L’anoressia tra gli uomini dilaga   Di Federica Cirella    Friday 29 February 2008 Su dieci persone sofferenti di anoressia e bulimia,una è maschio.Le gambe-stecchino,i fianchi stretti,il petto inesistente.La magrezza sulla passerella non è passata di moda,anzi:oggi sfilano più essere scheletrici di una volta,con una differenza.Sono magri anche gli uomini.Se fino a pochi anni fa piaceva il maschio balestrato con pettegolai e abbronzatura da surfista,adesso va tutto un altro genere:viso pallido,braccia scarne,niente muscoli. E se la “taglia zero” delle modelle aveva innescato un dibattito sul legame con i problemi alimentari,in crescita non solo in Gran Bretagna,era inevitabile che anche il fenomeno maschile destasse preoccupazione.Anche perché i problemi sembrano esserci davvero:le chearities contro anoressia e bulimia segnalano un aumento di casi anche tra gli uomini.La colpa non può che essere di questa nuova tendenza esaltata ora dalle passerelle e dal fatto che le riviste patinate hanno cominciato promuovere un’immagine poco salutare del fisico maschile. Così a dettare legge sulle passerelle sono uomini come David Lindwall,Nicolas bemberg,Chris Ulyatt,Sasha Kooienga o come Stas Svetlichny,russo:1 metro e 80 per 69 chili.L’anoressia è una malattia che riguarda esclusivamente le donne?Ci si ammala per indossare la famigerata taglia 38 delle modelle?Oggi si scopre che non è così:risale infatti al 1689 il primo caso di anoressia maschile:un ragazzo di 16 anni,era affetto da anoressia nervosa dovuta ad una progressiva mancanza di appetito causata da “studio eccessivo” e “dalle eccessive sofferenze della mente”,e non rispondeva alle cure tradizionali. Il dottore inglese Richard Morton formulò un’ipotesi sensazionale per l’epoca:il problema non era di natura organica,ma nervosa.Consigliò al giovane di abbandonare gli studi e trasferirsi in campagna per distrarsi:la strategia funzionò.Quindi il paziente “zero” del più drammatico e pericoloso dei disturbi alimentari era un maschio.Ci sono voluti due secoli prima che altri scienziati prendessero in considerazione l’anoressia negli uomini. Di anoressia maschile si parla poco e malvolentieri,quasi fosse un tabù:difficile far accettare a un uomo l’idea di essere colpito da una “malattia da donne”.Rispetto alle donne i maschi tendono a negare il problema e ,anche anche se ne prendono coscienza,non ne parlano apertamente.Come si spiegano allora i casini aumento di cui parlano le statistiche?Su questo aspetto gli specialisti sono divisi.Alcuni parlano di un aumento reale,dettato soprattutto dall’influenza dei media e dai cambiamenti dei modelli culturali.“L’immagine mediatica del maschio ideale non è incentrata sulla magrezza,come per le donne,ma sulla forma fisica”.Non deve sorprendere quindi,quindi,che la causa principale di perdita di peso  nei maschi anoressici sia l’eccesso di esercizio fisico.Altri hanno una teoria diversa:il dottor Fabio Galimberti,non crede in aumento numerico,ma piuttosto in una crescita di “uomini che cercano una cura,perché ormai si parla sempre di piùdei disturbi maschili del comportamento alimentare ed è dunque diventato socialmente più lecito per un mashio chiedere aiuto.E mentre nelle donne il momento in cui si manifesta per la prima colta la malattia  coincide con lo sviluppo sessuale,negli uomini avviene più tardi. Proprio la sessualità è un momento fondamentale per indagare sulle differenze tra anoressia maschile e femminile:” I maschi usano l’anoressia come strumento per arrivare più disinibiti al primo incontro con l’altro sesso,dimagrendo e raggiungendo il proprio ideal estetico hanno la conferma del proprio valore”.Tutto il contrario per le donne,”usano l’anoressia per mettere alla prova l’altro o per tenerlo a distanza attraverso la negazione della sessualità”. Fonte: http://www.iniziativa.info/index.php?option=com_content&task=view&id=3563&Itemid=32