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Il latino comprehensio significava letteralmente presa, atto dell'afferrare.
Il passaggio dall'idea di prendere fisicamente a quella di prendere con la mente, dunque capire, è molto diffuso nelle lingue del mondo.
Ad esempio, la parola tedesca Begriff -concetto - significa letteralmente afferrato.
Anche capire (capere) o leggere (legere), in latino volevano dire prendere, raccogliere.
Il senso di comprensione come atto, capacità di contenere in sé era presente nell'italiano antico, ma è diventato sempre più raro e letterario.
Si ritrova infatti soltanto in alcune parole collegate, come comprensivo, si può dire ad esempio il prezzo è comprensivo dei pasti, o in un vocabolo quale comprensorio, che indica un complesso di edifici abitato da varie famiglie.
I significati del termine comprensione più usati oggi sono due.
Il primo è quello di capacità di comprendere, cioè di capire con l'intelletto, di intendere una nozione o un ragionamento.
Comprendere significa prima di tutto sviluppare ed esercitare l'intelligenza.
Questo può avvenire in modo automatico e impercettibile.
È una situazione che si verifica, ad esempio, nella rapida assimilazione di una serie di piccole informazioni quotidiane.
I gesti, i suoni, le situazioni che incontriamo nell'arco di una sola giornata, sollecitano in continuazione la nostra mente, anche se non ce ne rendiamo conto.
In questo modo, la nostra intelligenza è sempre in allenamento.
Quando ci si applica in modo più consapevole alla comprensione di qualcosa, nello studio o nel lavoro, si acquista esperienza e si accresce la propria cultura.
Si può giungere, infine, a conoscere in modo più approfondito la realtà che ci circonda.
Il concetto di comprensione è dunque fondamentale, soprattutto nella società dell'informazione.
Perché si possa comunicare, infatti, non basta il semplice contatto.
Non è sufficiente che si mettano in atto due azioni separate: ad esempio, quella di scrivere da parte di una persona, e quella di leggere lo scritto da parte di un'altra.
Lo stesso vale per l'atto di parlare e quello di ascoltare.
Vi sarà comunicazione solo se l'informazione, di qualunque tipo, sarà assimilata e compresa, perché come scrive Dante ‘non fa scienza, sanza lo ritenere avere inteso’.
Naturalmente la comprensione non riguarda solo chi riceve le informazioni: dipende anche da chi le invia.
Un testo, scritto o parlato, sarà tanto più comprensibile quanto più semplice e ben articolato.
A questo primo significato della parola comprensione è legato un termine come comprendonio, che si usa per scherzare o per prendere in giro.
Di solito si parla di comprendonio quando ci si riferisce a qualcuno che non ne ha molto.
Il secondo uso di comprensione è quello che indica indulgenza, tolleranza, capacità di comprendere i difetti degli altri e di sopportarli senza lamentarsene.
Vi è infine il significato di compassione.
Questo tipo di comprensione è una caratteristica sempre più invocata, evidentemente perché sempre meno diffusa.
Si chiede comprensione per le categorie sociali più deboli: extracomunitari, tossicodipendenti, anziani, minori.
Purtroppo questo genere di comprensione è spesso alternativo, non affiancato al primo.
Se c'è bisogno di comprensione, molte volte accade perché non si comprendono ragioni e diritti altrui.
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