Non c’è più niente da scrivere fra queste dita fragili come il silenzio. La fame e la sete sono il ricordo di vite non vissute. Resta l’involucro di questo corpo dato alle fiamme per spegnerne l’anima. Anima indomita, tesa, furente gridava ancora “Vita! Vita!” mentre si spegneva. Le orde di vandali ne hanno fatto scempio invadendola gridando tempeste. Data in pasto all’addomesticamento. Chiusa fra mura dell’obbedienza ha attinto il colore dalle pareti del rancore e ne ha fatto nutrimento. Fame! Fame! Ecco il nuovo grido dell’anima mia alla vita. Fame, fame di vita. “Proibito!” riecheggia il muro in risposta. Fame! Fame! Spira, in questo corpo di carne ancora pulsante, l’anima mia.
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Non c’è più niente da scrivere fra queste dita fragili come il silenzio. La fame e la sete sono il ricordo di vite non vissute. Resta l’involucro di questo corpo dato alle fiamme per spegnerne l’anima. Anima indomita, tesa, furente gridava ancora “Vita! Vita!” mentre si spegneva. Le orde di vandali ne hanno fatto scempio invadendola gridando tempeste. Data in pasto all’addomesticamento. Chiusa fra mura dell’obbedienza ha attinto il colore dalle pareti del rancore e ne ha fatto nutrimento. Fame! Fame! Ecco il nuovo grido dell’anima mia alla vita. Fame, fame di vita. “Proibito!” riecheggia il muro in risposta. Fame! Fame! Spira, in questo corpo di carne ancora pulsante, l’anima mia.