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RIFIUTARE I RIFIUTI


Pensieri sparsi.Qual'è la vera emergenza rifiuti di Napoli? Le 100.00 tonnellate di rifiuti urbani nelle vie delle città? Oppure il fatto che intorno alle discariche si muoia di cancro? Poi, magari, scopri che le due cose non sono così collegate: i rifiuti urbani non sono particolarmente nocivi, nelle discariche e nelle "ecoballe" vi sono anche i rifiuti della produzione industriale e, qualcuno dice, i fanghi tossici, magari dell'Acna di Cengio, in Liguria. E i rifiuti industriali vengono tutti da Napoli o, al massimo, dalla Campania? Difficile. Così scopri che la "virtuosa" Lombardia esporta 12 milioni di tonnellate di rifiuti industriali: scommettiamo che una parte di questi sta in Campania, dove sono state censite più di 800 discariche abusive e non, più che in tutto il norditalia? Delle 100.000 tonnellate nelle strade di Napoli le statistiche ci dicono che quasi il 70% è costituito da imballaggi: cioè da cose progettate per essere buttate. Capito? Il governo Berlusconi ha stabilito che entro il 2011 la raccolta differenziata dovrà, per legge, arrivare al 60%. Il governo Prodi ha spostato i termini al 2012 elevando la quantità al 65%. Attualmente siamo tra il 20 e il 25%. Se l'obbiettivo nel 2012 fosse raggiunto, gli inceneritori (chiamateli termovalorizzatori, se volete) già esistenti sarebbero ridondanti, per farli funzionare tutti dovremmo, come fa la Germania, che si è trovata la stessa ridondanza a causa di un'efficiente raccolta differenziata, importare rifiuti. E ci sarebbe veramente bisogno di inceneritori? Il comune di Venezia riesce persino a venderla, l'immondizia, trattandola opportunamente nei CDR, ai grandi utilizzatori di energia: Enel, Aziende Municipalizzate, Acciaierie, Cementerie, che in questo modo risparmiano sui combustibili tradizionali. Leggo che parecchie regioni pongono ostacoli allo smaltimento "solidaristico" dei rifiuti napoletani. E se la Campania decidesse di ridarci i nostri rifiuti industriali?Sull'argomento, in questo scritto di Guido Viale.