lakonikos

DONNE AD AUSCHWITZ


...la più coraggiosa di noi era la Maria Corneo, quando le kapò la picchiavano lei diceva:và a dà via el cù, meno male che non capivano...i tedeschi ci obbligavano a cantare "Mamma son tanto felice" di Beniamino Gigli, ma noi avevamo cambiato le parole.E poi cantavamo Lilì Marlen, ma a modo nostro... Un giorno da una delle garitte sentiamo chiamare: italianer, komm,komm. la Maria va verso la sentinella: sì, perché,cosa c'è? "Non dovete cantare le canzoni con quelle parole lì". Te set italian? Alura te set un vendù: e lui, capisco l'italiano, se lo capisco io lo può capire anche qualcun'altro. Mei se a capisen, almen savaran cume la pensum."perché siete qua?" E la Maria: Ti cumincia a dì perchè te ghe sù quela divisa lì, dopu te disum perché la nostra divisa l'è mei de la tua. Allora lui ci lascia rubare i cavoli che stavamo raccogliendo per la mensa dei tedeschi. da un'intervista di Vittoria Gargantini, deportata ad Auschwitz, rilasciata nel 1995 a Peppino Valota e raccolta nel libro Streikentransport-la deportazione politica nell'area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945. di Giuseppe Valota, per i tipi di Guerini e Associati, da oggi in commercio.Anche Maria Corneo è sopravissuta.