L'alba e il tramonto

Adolescenza


Ho sempre avuto la fissa di appuntare ogni minimo evento su un diario. Proprio in quegli anni mi regalarono un diario con la copertina di sughero, una ragazza in copertina come un cartone animato, dipinta con le tempere. E un grande lucchetto. Quello era il mio mondo virtuale, non esistevano pc, né internet, né blog…lì dentro c’era la mia vita. E per fare i segreti più miei di quanto già lo fossero, inventai una specie di alfabeto segreto, che usavo per annotare quelli che per me erano i momenti più intimi, i nostri baci, la via dove ci vedavamo all’uscita della scuola, le mie prime voglie di quelle mani dappertutto…5 mesi ho scritto su quel diario, in ogni pagina c’era lui, una dedica, una poesia, una canzone d’amore. Ricordo ancora quel sottile filo d’argento che univa le nostre anime, anche quando eravamo lontani. Ricordo una mia gita, una mia crisi di pianto improvvisa, quasi mi sentivo morire. E non c’erano cellulari negli anni 80. Al mio ritorno, lui era in ospedale, nel momento della mia crisi di panico, lo avevano investito…più di un mese in ospedale, andavo tutti i giorni, ricordo i baci sulle scale in ospedale, le corse per rientrare a casa alle 18,30 precise… e ricordo anche la mia corsa in ospedale per una peritonite d’urgenza. Uscito lui, entrata io…e poi l’estate, ci siamo allontanati per forza di cose, troppo piccoli per poter trascorrere le vacanze insieme. Al nostro ritorno eravamo cambiati. Ma in ogni festa, in ogni occasione era sconvolgente quanto la voglia di stare assieme facesse leva su di noi. Ci bastava uno sguardo, sempre, prima come ora. Gli occhi che si penetrano. E dicono tutto.