gocce di rugiada

Spoon River


Interpretazione scenica a cura di Enzo MarangeloSensazioni e pensieri stracciati�Un martellare scomposto, uno schiodare l�anima dal legno del corpo , un battito cardiaco che vuole rivedere la luce, diviene inaspettatamente scansione ritmica di un �tempo� quotidianamente regolare, per poi riprendere l�armonia della sua scompostezza prima del silenzio.Miriadi di energie vibranti emergono dall�oscurit� trascinandosi un corpo che ormai non � pi� prigione, n� rifugio, ma un cencio invisibile da strascicare nella scalata verso il ricordo di una vita che non si � vissuta. Anime inquiete cercano di ripercorrere il loro tempo, le loro emozioni, le frustrazioni, le solitudini, le speranze, le ipocrisie. Ora che non sono pi�, possono raccontarsi la verit�, liberi finalmente di guardarsi dentro senza timori e senza pregiudizio alcuno.Quel risalire il tempo, lasciando lungo la strada fogli di vita andata, � forse l�unico modo per riguadagnare in parte ci� che avevano permesso venisse loro portato via. Uomini e donne, non molto distanti da noi, imprigionati da falsi moralismi, deleteri perbenismi,� hanno solo creduto di vivere.La miseria umana traspare dagli atteggiamenti dei personaggi, dalla loro corporeit�, nonostante siano anime senza corpo.Un uomo si dimena ai colpi di frusta inferti da voci che si accavallano� e, con i loro isterismi quotidiani di una miseria intesa non solo come indigenza, ma come povert� dell�anima, spietatamente infliggono schiaffi.Le mani reggono la testa pronta ad esplodere da un momento all�altro, quasi il frastuono confuso e sgretolante della prigione domestica, rivissuta a livello di trapano del cervello, non fosse pi� esterno, ma dentro di lui pronto a deflagrare da un istante all�altro.Cos�era stata la loro vita?Un giocattolo solitario di un mondo che non reca in s� nessun segno umano e non potr� mai essere neanche il preludio di un�esistenza realmente vissuta.Una donna divisa e altalenante tra i ricatti morali inferti in nome di una fede che tutto � fuorch� il suo originario amore ed il falso perbenismo di personaggi che sputano sentenze e giudizi innescando, in chi cade nelle loro reti, l�auto-castrazione dei sogni, delle emozioni, del s�.L�unica possibilit� di riscatto, l�unica opportunit� di vivere � proprio nella morte, ed io oserei dire nella pazzia, perch� un pazzo e un morto possono essere coerenti e sinceri con se stessi fino alle estreme conseguenze, liberi cos� di poter piangere nei loro epitaffi quell�autobiografia che non � mai stata scritta, ora gridando, ora rimpiangendo, ora lamentando nel vento confessioni e storie, sentimenti, emozioni, paure represse e seppellite infondo ai loro corpi.Una morte dunque pi� viva e vera della vita stessa nella quale l�unica possibilit� di redenzione sembrava essere, pi� o meno consapevolmente e profondamente, vestirsi di ipocrisia.Anime che chiedono di riscattarsi nella loro dignit� di individuo pur sapendo che ormai hanno perso per sempre sensazioni, sussulti, passioni, percezioni e turbamenti che solo l�alchimia dell�unione corpo-mente-spirito pu� vivere.Personaggi comunque condannati all�incompiutezza: da vivi castrati nell�animo; da morti privati del corpo.I movimenti, le voci si trasformano in suoni di un tempo scandito in un battito, battito che nella gestualit� del corpo, che infligge il colpo, diviene una fustigazione e un lamento, un pianto sommesso.Ecco dunque un mondo rovesciato, verniciato insolentemente di conformismo e che in cuor suo trabocca di ipocrisiaSe ora la teatralit� � cos� abile nel mostrarci una verit� che, pur aleggiando continuamente davanti ai nostri occhi, continua a celarsi dietro una non accettazione della stessa, pu� fornirci la teatralit� anche la formula magica per tirar fuori il nostro vero io, ci� che realmente siamo e non quello che gli altri hanno voluto che fossimo?Pu� insegnarci l�arte, come libera espressione del s�, ed in particolare il teatro a tirar fuori le miriadi di sfaccettature che dimorano dentro di noi: singolari, avvincenti, folli, curiose, coraggiose, audaci?Riusciremo mai ad aprire le porte del nostro personale inferno ed affrontare i demoni?A corre il rischio di uscire dal gregge pur di appagare i nostri sogni e soddisfare i nostri desideri?�Donatella De Bartolomeis