dal romanzo Gocce di rugiada

Cara Ginevra,perdonami se non ti scrivo da tempo, ma ho avuto ed ho un  mare di problemi.Buffo, no?Risolvo problemi ad un casino di gente e poi non riesco a risolvere i miei; roba da primati.In realtà sono un po’ stanca; stanca di essere sempre io a prendere le redini, sempre io la più forte.Ed è soprattutto la sera, quando il resto del mondo dorme, che mi sento schiacciata dal peso dei pensieri.E’ incredibile come i pensieri nella loro trasparenza ed incorporeità (si dice?) abbiano tanto peso.Durante il giorno sono sempre di buon umore, spesso sono io a trasmettere gioia agli altri, sempre con le maniche rimboccate per vedere tempestivamente il da farsi a casa come in ufficio, tra gli amici come in famiglia. La notte invece spesso piango a lungo (quando nessuno mi sente, quando nessuno mi vede, per il bisogno di soffrire senza testimoni)E tutto ciò perché mi sento sola, sola nelle decisioni, sola nelle battaglie, sola con i miei principi del cazzo e stanca di basare i rapporti sul reciproco inconscio cercando di prevedere e prevenire ciò che gli altri pensano e vogliono.Ma io non ho la sfera di cristallo, né voglio averla.Qualche volta vorrei essere io la più debole, io ad essere coccolata, io ad essere senza pensieri e, volendo essere ottimisti, sentirmi dire “Non temere, stai tranquilla ci sono qua io, penso io a tutto”Ma ormai il gioco dei ruoli è stato stabilito e ribaltarlo è quasi impossibile.Credo di essere in un tunnel senza via di uscita ed alle volte mi manca l’aria.Ecco perché non volevo scriverti, per non angosciarti con le mie cose.Mi perdonerai?P.S. Sai che lo vedo spesso? Si, proprio lui, l’uomo dallo sguardo robotico.Ho scoperto che è bello parlare con lui e credo che la cosa sia reciproca, infatti nel fervore della conversazione mi ha detto che era tanto che non si sentiva così eccitato.E non pensare a male, si riferiva solo allo scambio di idee e pensieri con un’amica, perché credo che potrebbe nascere proprio una gran bella amicizia Scrivimi prestoLuna