gocce di rugiada
favole e poesie di Donatella De Bartolomeis
DONATELLA DE BARTOLOMEIS
Donatella De Bartolomeis
Tel. 338.7780160
amorepsiche_1968@libero.it
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Sono nata il 07 luglio del ’68 nell’immensa luce di Salerno.
Sento ancora forte l’influenza del mare; il suo odore, i suoi colori, il suo rumore riescono a darmi tranquillità e forza al tempo stesso. E’ allora che la mia mente di gabbiano trova pace e soddisfazione.
Sono cresciuta nell’amore assoluto e disinteressato di genitori, stupendi ed unici, che hanno cercato di inculcarmi valori preziosi con l’esempio più che con le parole e di una sorella minore più matura e saggia di me.
Mi sono sposata a 24 anni con un uomo silenzioso e paziente che ancor oggi, dopo 13 anni, non riesce a comprendere la mia inquietudine. Roberto, l’uomo che mi ha donato quanto di più prezioso si possa avere: due meravigliosi bambini. Marco e Martina i miei piccoli-grandi amori.
I miei scritti non hanno e non vuogliono avere alcuna pretesa letteraria; vorrebbero semplicemente regalare un’emozione, un frammento di sogno a chi li legge.
LA POSTA DI LUNA
Lo vorrei solo per me
- Volare insieme
- Dio è allegria infinita
- Gioco d'azzardo
- Il diritto di cambiare le persone
- Non sono abbastanza bella
- Amare di nascosto
- Alla fermata dell'autobus
- Per lui ero una tra le tante
- Ha la depressione: cosa posso fare?
- L'amore e la fede curano tutti i mali (???)
- Differenza di età
- Piangere a letto - Suocere arpie
- paura di deludere o di essere delusi?
LA POSTA DI LUNA
PREMI E RICONOSCIMENTI
Premio L'inedito
Finalista sez. poesia
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10° Concorso Internazionale di Narrativa “STORIE di DONNE” FENALC (SA)
Romanzo "Gocce di Rugi@da"
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Kriterion 2008
II classificata con la poesia "Una manciata di cielo
Kriterion 2009
Segnalazione di merito per il romanzo "Fermati e respira"
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Premio "Narra il saggio"
MANTRA
La dodicenne avellinese Martina Bruno
si aggiudica il primo premio del Concorso Onda d’arte
Il primo premio della sezione libri editi è andato alla dodicenne Martina Bruno di Manocalzati (Av) con “Un mondo in bianco e nero”.
Hanno letto e interpretato i brani premiati artisti di assoluto rilievo: Giorgio Caprile, Simonetta Pozzi, Carla Marcelli, il Gruppo Teatrale “Quelli del mercoledì” coordinati da Silvana Ansaldo, Heera Franco Carola e Irene Ciravegna, con le allieve della sua Scuola “The Dance Studio”. Mario Mesiano ha presentato la serata.
Le poesie e le filastrocche di Martina
SHIATSU
Diverse le attività di volontariato
Ama la filosofia zen e la cultura orientale
Diplomata in Shiatsu
Operatrice AIFS
Ha partecipato Marzo 2007 AIFS – 6° congresso nazionale Maggio 2006 giugno 2006 IRFRI - sede Pellezzano (SA) Marzo 2005 AIFS – 4° congresso nazionale
La via del cuore e della trasformazione: Shiatsu – Qi Gong - Meditazione
Seminario Teorico-pratico di Bioenergetica
Dalle emozioni ai sentimenti: Shiatsu – Yoga – Meditazione e seminario di psicologia a cura del dott. Masi della Sapienza di Roma
GABBIANI
2007 corso di bioenergetica
2010 corso di Floriterapia e Digitopressione emozionale
INTERVISTA
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Corsi di formazione per venditori
- Tecniche di vendita (base e avanzato)
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Corsi di formazione per segretarie
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-Vendere di più accogliere meglio
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-Presentare con successo idee e prodotti
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-Come conquistarsi un lavoro
-Affrontare e risolvere i problemi
-Imparare a conoscersi
-La via della felicità
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IL MIO MITO
SE TU MI DIMENTICHI
Voglio che sappia
una cosa.
Tu sai com'è questo:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l'impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m'attendono.
Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d'amarti a poco a poco.
Se d'improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi alla riva
del cuore in cui affondo le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell'ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.
Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne n‚ si oblia,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscir dalle mie.
(Neruda)
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Interpretazione scenica a cura di Enzo Marangelo
Sensazioni e pensieri stracciati…
Un martellare scomposto, uno schiodare l’anima dal legno del corpo , un battito cardiaco che vuole rivedere la luce, diviene inaspettatamente scansione ritmica di un “tempo” quotidianamente regolare, per poi riprendere l’armonia della sua scompostezza prima del silenzio.
Miriadi di energie vibranti emergono dall’oscurità trascinandosi un corpo che ormai non è più prigione, né rifugio, ma un cencio invisibile da strascicare nella scalata verso il ricordo di una vita che non si è vissuta.
Anime inquiete cercano di ripercorrere il loro tempo, le loro emozioni, le frustrazioni, le solitudini, le speranze, le ipocrisie. Ora che non sono più, possono raccontarsi la verità, liberi finalmente di guardarsi dentro senza timori e senza pregiudizio alcuno.
Quel risalire il tempo, lasciando lungo la strada fogli di vita andata, è forse l’unico modo per riguadagnare in parte ciò che avevano permesso venisse loro portato via.
Uomini e donne, non molto distanti da noi, imprigionati da falsi moralismi, deleteri perbenismi, hanno solo creduto di vivere.
La miseria umana traspare dagli atteggiamenti dei personaggi, dalla loro corporeità, nonostante siano anime senza corpo.
Un uomo si dimena ai colpi di frusta inferti da voci che si accavallano e, con i loro isterismi quotidiani di una miseria intesa non solo come indigenza, ma come povertà dell’anima, spietatamente infliggono schiaffi.
Le mani reggono la testa pronta ad esplodere da un momento all’altro, quasi il frastuono confuso e sgretolante della prigione domestica, rivissuta a livello di trapano del cervello, non fosse più esterno, ma dentro di lui pronto a deflagrare da un istante all’altro.
Cos’era stata la loro vita?
Un giocattolo solitario di un mondo che non reca in sé nessun segno umano e non potrà mai essere neanche il preludio di un’esistenza realmente vissuta.
Una donna divisa e altalenante tra i ricatti morali inferti in nome di una fede che tutto è fuorché il suo originario amore ed il falso perbenismo di personaggi che sputano sentenze e giudizi innescando, in chi cade nelle loro reti, l’auto-castrazione dei sogni, delle emozioni, del sé.
L’unica possibilità di riscatto, l’unica opportunità di vivere è proprio nella morte, ed io oserei dire nella pazzia, perché un pazzo e un morto possono essere coerenti e sinceri con se stessi fino alle estreme conseguenze, liberi così di poter piangere nei loro epitaffi quell’autobiografia che non è mai stata scritta, ora gridando, ora rimpiangendo, ora lamentando nel vento confessioni e storie, sentimenti, emozioni, paure represse e seppellite infondo ai loro corpi.
Una morte dunque più viva e vera della vita stessa nella quale l’unica possibilità di redenzione sembrava essere, più o meno consapevolmente e profondamente, vestirsi di ipocrisia.
Anime che chiedono di riscattarsi nella loro dignità di individuo pur sapendo che ormai hanno perso per sempre sensazioni, sussulti, passioni, percezioni e turbamenti che solo l’alchimia dell’unione corpo-mente-spirito può vivere.
Personaggi comunque condannati all’incompiutezza: da vivi castrati nell’animo; da morti privati del corpo.
I movimenti, le voci si trasformano in suoni di un tempo scandito in un battito, battito che nella gestualità del corpo, che infligge il colpo, diviene una fustigazione e un lamento, un pianto sommesso.
Ecco dunque un mondo rovesciato, verniciato insolentemente di conformismo e che in cuor suo trabocca di ipocrisia
Se ora la teatralità è così abile nel mostrarci una verità che, pur aleggiando continuamente davanti ai nostri occhi, continua a celarsi dietro una non accettazione della stessa, può fornirci la teatralità anche la formula magica per tirar fuori il nostro vero io, ciò che realmente siamo e non quello che gli altri hanno voluto che fossimo?
Può insegnarci l’arte, come libera espressione del sé, ed in particolare il teatro a tirar fuori le miriadi di sfaccettature che dimorano dentro di noi: singolari, avvincenti, folli, curiose, coraggiose, audaci?
Riusciremo mai ad aprire le porte del nostro personale inferno ed affrontare i demoni?
A corre il rischio di uscire dal gregge pur di appagare i nostri sogni e soddisfare i nostri desideri?
Donatella De Bartolomeis
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I MIEI LIBRI
ROMANZI
Fermate e respira Gocce di rugiada
RACCONTI MANUALI
Il dono di Natale Ammainate le vele:
lavoro in vista!
MONOLOGO
Il doppio volto della Superbia
SAGGI
Ha creato i video
- Vernissage di Ledebi
- Il dopoguerra a Mirabella Eclano
- Fermati e respira
- Il laboratorio del sentire
- La palestra delle emozioni
- Sfumature di donna
- Sfumature di donna: venature d'amore
- Per una goccia d'amore
- Poesie e filastrocche di Martina Bruno
ANTOLOGIE
E' presente nelle ANTOLOGIE
L'AMORE SU INTERNET
Ha curato le Antologie
Cresciamo Insieme Per una goccia
d'amore
Sfumature di donna
venature d'amore La magia dell'amicizia
Ha curato la prefazione per
Caprilia Antiqua
Marzo 2008 “Il dopoguerra a Mirabella Eclano. Il difficile cammino della democrazia” di Marisa Bruno edito dai Per Versi Editori di Grottaminarda (AV)
Marzo 2008 “Mirabella Eclano-viaggio attraverso le tradizioni del lavoro nella seconda metà del XX secolo” di Marisa Bruno edito dai Per Versi Editori di Grottaminarda (AV) Novembre 2007 il romanzo breve “Il silenzio delle parole” di Ilde Rampino edito da Per Versi Editori Novembre 2007 il romanzo breve “L’arcobaleno in bianco e nero” di Claudio Cutolo edito dalla Delta3 Edizioni
FERMATI E RESPIRA
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ROMANZO GOCCE DI RUGI@DA
Gocce di rugiada
Lenta e decisa, così la favolosa storia d\'amore riesce a nascere e crescere per i protagonisti e per chi si avventura nella sua lettura. Imparare ad amare di nuovo, questo è quanto devono fare Luna e Pegasus e lo fanno in un maniera del tutto semplice ma vera, intensa. Ricominciare a fidarsi e a lasciarsi andare ai propri sogni e alle proprie emozioni. Il freddo fiato corto quando si cercano e sentono ardere il fuoco dentro, quando un semplice sguardo li lega per un soffio di tempo.
Amarsi fino in fondo pur non perdendo il rispetto per la famiglia e per la vita reale.
Scappare, evitare, trattenersi...ti fa sentire giovane e fortunato di poter amare ancora. Nonostante le accese scene di sesso la volgarità non fa parte del testo e la pulizia del discorso è padrona di questo libro.
Novità assoluta il racconto si sviluppa attraverso e-mail e se ciò che desiderava l’autrice Donatella De Bartolomeis era “regalare un’emozione, un frammento di sogno a chi lo legge”, il suo sogno si è realizzato in pieno. A otto mesi dalla presentazione del libro, che ora è in vendita presso le librerie, ancora arrivano numerose le e-mail e gli sms di chi, stimolato dalla lettura di “Gocce di rugiada”, .ha riscoperto la capacità di lasciar libero di volare il proprio cuore
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IL DONO DI NATALE
Il dono di Natale
Prefazione
Ho letto tutto in un fiato il Dono di Natale, ed ho provato, giunta alla fine, il sottile desiderio di poter prolungare la piacevole e tiepida sensazione di benessere: il calore avvolge le membra e, soffusamente, aleggia nell�io e lascia pian piano penetrare stille concentrate di amore che, a m� di terapia, sviluppano dolci emozioni,
Dal buon sapore, il Dono di Natale, non il racconto di un sogno, non una favola per romantici; suggerisce, invece, un modo per interpretare la vita: vivere ogni momento, aprendo una finestra su se stessi, spalancata sulla realizzazione di sè, cui dedicare uno spazio atemporale che non priva gli altri della normale quotidianit�, avvincente o angusta, col peso di concrete responsabilità , vissuta nella consapevolezza di rinunce, abbandoni ed assenze. E, per scenario, quale connubio migliore se non la magia del Natale coniugata al dono magico delle emozioni vibranti, vissute positivamente, e non esasperate?
Anche il ritmo colpisce: non è affannoso, agitato; è espressione di un lento assaporare lo star bene, del gustoso piacere di una pietanza consumata in compagnia di quanti sono in sintonia con noi.
Il percorso narrato in questo racconto, ci spinge, dunque, a non� rifugiarci nei sogni, per sopravvivere, ma, piuttosto, ad interpretare il quotidiano in modo da non fingere più con se stessi nè con gli altri. In fondo la quadratura del cerchio non è difficile da realizzare: basta convincersi che esiste il modo per non rinnegare se stessi, per continuare a coltivare emozioni e passioni, senza farsi aggredire da voluminosi sensi di colpa o da irresolubili conflitti morali. Il senso più giusto della vita sta nel non soffocare l'io che si nutre di passione, di emozioni, di armonia, per poter, così, affrontare meglio il divenire muto e silenzioso dell'esistenza.
Basta un gesto semplice : varcare la soglia del concreto e librarsi nella dimensione pura del vivere per riuscire ad essere quello che non sempre ci permettono di mostrare: anime alla continua ricerca della condivisione pura ed esaltante della verità vissuta sul filo delle emozioni
Matilde Della Sala
ANTOLOGIE
Teatro
Ha frequentato corsi di
- Dizione, Pronunzia, Lettura
- Laboratorio di teatro terapia
Ha condotto corsi di
- Teatralizzazione delle emozioni
per bambini
Ha recensito
- Zoologia fantastica CLICCA
- Spoon River CLICCA
- Alter Ego - CLICCA pag. 10
RECENSIONI E ARTICOLI
Recensioni
Il grido dell'anima di Angela Pece CLICCA
Zoologia fantastica CLICCA
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Alter Ego - CLICCA pag. 10
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Vivere il corpo attraverso la Bioenergetica CLICCA
Il Kung-Fu CLICCA
PRESENTAZIONI
Ho organizzato e presentato
Sfumature di donna 2008 CLICCA
Ansia e depressioneCLICCA
Festa della donna 2008 CLICCA
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Un post al sole di Tina Galante CLICCA
Il coraggio di guardare oltre di Paola De Angelis CLICCA
100 metri di colori, emozioni, parole CLICCA CLICCA CLICCA
Sfumature di donna 2007 CLICCA
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