ADRIANOrganismo pluricellulare di tipo umano in costante crescita aurale verso l'interno4.Lamb.Dava l'impressione di non sapere mai con esattezza dove si trovasse e perché. E neanche "quando", in certi giorni. Ma non era cattivo, né lo sarebbe mai diventato abbastanza in tempo utile e lo sapeva.La cosa peggiore di Lamb era la sua abitudine di "camminare", come diceva lui. La definizione comprendeva domande indiscrete, ipotesi fantasiose di cui parlava a tutti, gags incomprensibili e soprattutto entrare ovunque trovasse una porta aperta, per aggirarsi senza fare alcun rumore per le stanze. Te lo trovavi di fianco con la faccia di uno che è sempre stato lì, se stavi parlando tra te e te entrava nel discorso, imitando la tua voce. Adrian c'era abituato, Lilith non lo poteva soffrire, era convinta che lo facesse apposta. Lamb entrò in cucina, guardò Adrian con la sua aria svagata, prese in mano la bottiglia di birra ormai vuota sul tavolo, guardandola come se fosse una colomba morta. -Ti va una birretta, Lamb? Ce ne sono, in frigo.- Invece Lamb fissò Adrian negli occhi, sereno, come se volesse assicurarsi che aveva tutta la sua attenzione... come dire: – Guarda un po' qui -. Poi, protendendo le labbra, emise un fischio basso, gutturale, opaco. FFHHHUUUU. Prima che Adrian dimenticasse quel suono, Lamb aveva soffiato nel collo della bottiglia emettendo lo stesso identico suono, che lui aveva indovinato limitandosi a guardare solo per un istante la bottiglia. Un gioco di prestigio di quelli che Lamb faceva per vedere sulla faccia di Adrian quel sorriso perplesso che era un invito a restare a cena.Adrian nutriva per Lamb quello che si potrebbe definire una curiosa predilezione, in quanto rappresentava la confutazione vivente di quasi tutti le sue congetture.Adrian era convinto che ognuno dei conflitti, interiori e non, che generavano l'infelicità umana, derivava dall'impossibilità di soddisfare dei desideri. Aveva inoltre osservato che ogni cosa poteva essere immaginata. L'immaginazione era la sorgente interna di ogni percezione. Ad esempio: un suono poteva essere percepito dal cervello anche nel silenzio più totale, in forma di ricordo, oppure creato dal soggetto, allo stesso modo un'immagine poteva essere "vista" nella memoria anche al buio o guardando altre immagini. Una linea viene immaginata dal pittore prima di essere tracciata sulla tela. Ma non tutti hanno il dono di un'immaginazione feconda. Da qui l'infelicità. E da qui l'idea di Adrian di creare l'Oscillatore. Il problema era che Lamb non desiderava nulla. Non era sempre stato così, c'era stato un tempo in cui speranze e timori, gioia e tristezza, pace e rabbia avevano abitato il cuore di Lamb come quello di ogni altro uomo. Poi un giorno si svegliò diverso, la sua mente era solo un libro dalle pagine bianche con su scritto il suo nome. Che poteva fare Adrian per lui?Lo so, alcuni di voi penseranno che ci sia un che di autobiografico in questo racconto. Ma non è così. Di certo avrete due amici che si chiamano Giovanni, tre almeno il cui nome è Marco e, dati i tempi, due Jessica, due Samantha e un Kevin. Bè, io conosco due tizi che si chiamano Lamb.
RACCONTO A PUNTATE DI LAMB
ADRIANOrganismo pluricellulare di tipo umano in costante crescita aurale verso l'interno4.Lamb.Dava l'impressione di non sapere mai con esattezza dove si trovasse e perché. E neanche "quando", in certi giorni. Ma non era cattivo, né lo sarebbe mai diventato abbastanza in tempo utile e lo sapeva.La cosa peggiore di Lamb era la sua abitudine di "camminare", come diceva lui. La definizione comprendeva domande indiscrete, ipotesi fantasiose di cui parlava a tutti, gags incomprensibili e soprattutto entrare ovunque trovasse una porta aperta, per aggirarsi senza fare alcun rumore per le stanze. Te lo trovavi di fianco con la faccia di uno che è sempre stato lì, se stavi parlando tra te e te entrava nel discorso, imitando la tua voce. Adrian c'era abituato, Lilith non lo poteva soffrire, era convinta che lo facesse apposta. Lamb entrò in cucina, guardò Adrian con la sua aria svagata, prese in mano la bottiglia di birra ormai vuota sul tavolo, guardandola come se fosse una colomba morta. -Ti va una birretta, Lamb? Ce ne sono, in frigo.- Invece Lamb fissò Adrian negli occhi, sereno, come se volesse assicurarsi che aveva tutta la sua attenzione... come dire: – Guarda un po' qui -. Poi, protendendo le labbra, emise un fischio basso, gutturale, opaco. FFHHHUUUU. Prima che Adrian dimenticasse quel suono, Lamb aveva soffiato nel collo della bottiglia emettendo lo stesso identico suono, che lui aveva indovinato limitandosi a guardare solo per un istante la bottiglia. Un gioco di prestigio di quelli che Lamb faceva per vedere sulla faccia di Adrian quel sorriso perplesso che era un invito a restare a cena.Adrian nutriva per Lamb quello che si potrebbe definire una curiosa predilezione, in quanto rappresentava la confutazione vivente di quasi tutti le sue congetture.Adrian era convinto che ognuno dei conflitti, interiori e non, che generavano l'infelicità umana, derivava dall'impossibilità di soddisfare dei desideri. Aveva inoltre osservato che ogni cosa poteva essere immaginata. L'immaginazione era la sorgente interna di ogni percezione. Ad esempio: un suono poteva essere percepito dal cervello anche nel silenzio più totale, in forma di ricordo, oppure creato dal soggetto, allo stesso modo un'immagine poteva essere "vista" nella memoria anche al buio o guardando altre immagini. Una linea viene immaginata dal pittore prima di essere tracciata sulla tela. Ma non tutti hanno il dono di un'immaginazione feconda. Da qui l'infelicità. E da qui l'idea di Adrian di creare l'Oscillatore. Il problema era che Lamb non desiderava nulla. Non era sempre stato così, c'era stato un tempo in cui speranze e timori, gioia e tristezza, pace e rabbia avevano abitato il cuore di Lamb come quello di ogni altro uomo. Poi un giorno si svegliò diverso, la sua mente era solo un libro dalle pagine bianche con su scritto il suo nome. Che poteva fare Adrian per lui?Lo so, alcuni di voi penseranno che ci sia un che di autobiografico in questo racconto. Ma non è così. Di certo avrete due amici che si chiamano Giovanni, tre almeno il cui nome è Marco e, dati i tempi, due Jessica, due Samantha e un Kevin. Bè, io conosco due tizi che si chiamano Lamb.