IL MONDO DI LAMB

RACCONTO A PUNTATE DI LAMB


ADRIANOrganismo pluricellulare di tipo umano in costante crescita aurale verso l'interno5.Dick. In cima alla collina, il mattino era senza colore. Dick spense il motore e scese dall'auto, confermando il sospetto che si sarebbe trovato di fronte ad una sorta di mise-en-espace del suo stato d'animo. Incolore silenzio tendente al nulla.Si accese un'altra sigaretta ( perché non smetti, Dick?) e fumò nella nebbia, aspettando che qualcosa lo spingesse a suonare il campanello, cosa che l'avrebbe trascinato nel carosello senza senso che si ostinava a definire senza troppa convinzione "lavoro".Dick era un accordatore di pianoforti. Un lavoro da vecchi, o da ciechi. E Dick si sentiva anche peggio di così.E pensare che fino a pochi anni fa, mettere le mani su un Pleyel del 1875, ridare smalto alla voce nobile ed antica del pianoforte preferito da Chopin, l'avrebbe colmato di emozioni, si sarebbe sentito importante. Avrebbe viaggiato nel tempo accarezzando il legno delicato ed odoroso di quel testimone di un'epoca, avrebbe visto con gli occhi della mente lo strumento mentre veniva costruito, poi l'avrebbe sentito suonare nell'aria profumata dalle ampie vesti delle donne, mosse dal vento di una danza, e poi da altre danze lungo le stagioni della giovinezza di quelle persone e del mondo. Avrebbe udito le sue note che da romantiche diventavano oniriche e visionarie con Debussy, Ravel, Satie, fino a suonare di nuovo Chopin che ritornava da oltre l'oceano, innervato e sferzato dai colpi di reni di sciamani in trance, di terzine e controtempi, fino ad astrarre il suo timbro di mandorla sotto una resina di accordi a quarte, uno specchio sul quale Miles Davis, ad esempio, condensava una rugiada acida dal soffio della sua tromba. Di certo, una inspiegabile ma pungente fitta di nostalgia l'avrebbe turbato, al pensiero di quei momenti, avvenuti lontano nel tempo, quando lui neanche esisteva.Lontano?Quanto sono lontani da te un amore, un suono, l'odore di una pelle amata, il sapore di una albicocca calda di sole, in un presente in cui non esisti? Questa domanda è importante, rifletteteci, se non volete perdere il vostro tempo, perché è esattamente così che si sentiva Dick: non si sentiva più esistere.Capita anche a voi, lo so. E che fate quando vi perdete? Cercate le prove che siete reali. Ad esempio, guardate vecchie foto. Non è forse vero? Così aveva fatto Dick, la sera prima, aveva viaggiato nel tempo, nel suo tempo, aveva cavalcato la lancetta delle ore della sua vita. Un giovane Dick seduto tra i compagni della banda del quartiere, con il suo sax nuovo e luccicante, almeno quanto i suoi occhi stupefatti.Dick cresciuto, sempre col suo sax. Meno lucido il sax, più intenso e un po' triste lo sguardo di Dick.Dick che suona, con l'aria di chi sta cambiando il mondo, il sax è il centro esatto della musica e lui ci sta soffiando dentro.Dick dopo un concerto, è con alcuni musicisti, qualche ammiratore, qualcuno gli tocca una spalla, lui è l'unico che non ride.Dick non rideva perché si stava chiedendo che cosa si sarebbe inventato la sera dopo. Era necessario, per evitare di finire proprio lì, dove si trovava ora.Che cos'è che era andato perduto? Cosa aveva dimenticato? Un tempo c'era stata una luce, dentro, che si irradiava dalle pareti,(se così si può dire), di Dick verso il centro di Dick. Era da lì che veniva la musica.Istintivamente si guardò l'avambraccio, dove pochi giorni prima gli avevano piazzato sotto la pelle quella specie di neo trasparente che, gli avevano detto, serviva per collegare lui, Dick, a quella scatoletta dal nome complicato, come tutte queste cose moderne. Lui non ci aveva capito nulla, ma il tipo gli aveva assicurato che sarebbe stato un toccasana. Non avrebbe più fatto sogni in cui aiutava un suo amico batterista a nascondere un cadavere, col tempo la luce sarebbe tornata e con quella la musica. Mentre pensava a Martine che gli diceva: -Perché non riprendi a suonare?- premette il pulsante di ottone che azionava il videocitofono del castello. Poco dopo il cancello si aprì, l'enorme cane nero non lo sbranò. Dick non uccise né lui, né i discendenti in linea diretta dei feudatari del luogo con la sfortunata servitù. Non che per questo la giornata promettesse molto, ma più tardi avrebbe provato ad accendere quel coso.