la mia campagna

Piazza bella piazza....


Il centro della città di Terni è attualmente formato da un sistema composito ed articolato di spazi aperti, fortemente concatenati tra di loro, testimoni di un passato lungo e sofferto fatto di continue modifiche e alterazioni del tessuto urbano che lo rendono di fatto difficilmente leggibile e fortemente alterato nella sua percezione spaziale ed estetica, con una serie di interventi che nel tempo sono stati realizzati in nome di una funzionalità moderna che pensa di poter “adattare” in maniera acritica la città storica al vivere contemporaneo.Con questo post voglio tratteggiare una breve storia di questi spazi centrali partendo da quello principale che attualmente prende il nome di Piazza della Repubblica.Questo spazio è da sempre il fulcro della vita cittadina ed il recente intervento di pavimentazione e pedonalizzazione dell’area, pur se molto criticato per la sua non eccelsa riuscita sul piano estetico, ha restituito alla fruizione sociale questo ampio spazio, togliendolo al semplice passaggio e alla funzione di pseudo-rotatoria in cui era stato miseramente ridotta nel dopoguerra.Alla complessità della sua vicenda edilizia fa da corrispettivo il continuo cambiamento della denominazione con è stata conosciuta nel corso dei secoli.Questo spazio nasce come foro della città romana, come centro monumentalizzato della città antica. Non possediamo elementi sufficienti per definire in maniera precisa quale fosse l’invaso della piazza in quest’epoca ma con molta probabilità doveva essere notevolmente più ampia dell’attuale comprendendo anche lo spazio della adiacente Piazza Solferino, formando un ampio invaso di forma pressoché quadrangolare circondato, nella sua facies imperiale e tardo antica da porticati ed edifici di carattere pubblico e religioso.Abbiamo scarsi resti degli edifici che si affacciavano sul foro: la chiesa di San Giovannino insiste sul sito di un tempio, di cui ha fruttato il podio per elevare la sua struttura ed infatti il suo piano di calpestio è fortemente rialzato rispetto alla piazza, durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio interrato nella Piazza San Giovanni Decollato, a parecchi metri di profondità, sono emerse le fondamenta di un abside circolare che potrebbe essere di pertinenza di una basilica civile affacciata sullo spazio del foro.Questi resti danno credito alla tradizione che ci tramanda di come la gran parte delle strutture religiose cittadine siano state elevate sulle fondamenta di edifici pubblici e religiosi di età romana, a riprova di quella tradizione erudita che ci tramanda i nomi dei vari templi su cui furono edificate le chiese cittadine, come riportato nella storia di Terni scritta dall’Angeloni.Questo spazio, che aveva certamente ricevuto una sistemazione unitaria e monumentale in epoca romana, venne fortemente alterato con la caduta dell’impero e il venir meno della cura pubblica venendo progressivamente occupato da edilizia privata con una notevole riduzione del suo invaso, tanto che la spina centrale venne occupata da una serie di case con la formazione di due piazze distinte di dimensioni notevolmente ridotte.Questo spazio continuò ad essere comunque il fulcro della vita cittadina anche in un periodo come l’altro medioevo caratterizzato da una forte contrazione delle popolazione, restando come luogo del commercio degli scambi, in un epoca in cui la città si ritrovava priva di un autorità che la governasse.Nessuna istituzione aveva inizialmente trovato posto sulla piazza principale, in quanto quando sia l’istituzione civile, il comune, che quella religiosa, il vescovo, si vennero ad istallare in città quando lo spazio centrale era ormai indisponibile per cui furono costretti a scegliere collocazioni periferiche.Volendo immaginare la piazza in questo periodo dovremmo pensare ad uno spazio notevolmente più piccole dell’attuale di forma pressoché ovale circondando da un nugolo di basse casette a schiera di una o due piani.Nel medioevo la piazza era denominata Platea Columnarum, in ricordo delle colonne, sicuramente elementi di recupero del foro, erette in ricordo dell’imperatore Federico Barbarossa, la cui popolarità a Terni venne poi meno visto che lo stesso imperatore ne ordinò la devastazione per essersi ribellata al suo feudatario, l’antipapa Vittore IV.Lentamente intorno alla piazza vennero ad insediarsi importanti funzioni e di residenze di importanti famiglie.Nel 1293 il comune comincia ad acquistare alcune case sulla piazza per edificare il palazzo del podestà, che venne ad occupare il lato nord-orientale della piazza, in adiacenza alla torre civica, su cui nel ‘400 verrà istallato l’orologio pubblico.Tutto questo lato è interessato dalla lunga vicenda costruttiva di questo palazzo a cui si affiancherà il palazzo del Governatore pontificio, visto che la Santa Sede a partire dalla riforma Albornoziana cominciò a mandare sempre più spesso un proprio rappresentate accollando al Comune le spese di alloggio, finchè nel 1516 il consiglio non decretò di edificare una residenza a fianco del palazzo del Podestà, che aveva subito notevoli restauri a seguito del crollo della torre civica avvenuto nel 1483.I due palazzi vennero poi riuniti in un unico fabbricato, il nuovo Palazzo Apostolico, a seguito degli eventi della strage dei Banderari (1547) e fortificato con baluardo sul lato verso Piazza Solferino ed uno sperone sul lato verso la piazza della Repubblica.Residenze di carattere gentilizio occupano i lato nord della piazza, come il palazzo di Cremesina Paradisi, che nel ‘400 venne donato al Monte di Pietà che rimase in questa sede fino all’apertura di Corso Tacito.Altra residenza gentilizia era quella che occupava buona parte del lato nord che venne poi restaurata nel 1835 fino ad assumere la forma attuale del Palazzo Manni. Sul lato orientale si impone dalla metà del ‘500 la lunga vicenda costruttiva della chiesa di San Giovanni Decollato e degli immobili della confraternita omonima. La chiesa iniziata nel 1566 venne conclusa solo nel 1748 con il completamento della facciata.A fianco della chiesa sul lato destro era una stretta spina di casamento, demolito parzialmente per ridurre l’ingombro sulla piazza, a cui venne accostato il grosso nicchione della fontana di Piazza nella prima decade del ‘700.La restante parte del lato orientale era occupato da basse casette dietro cui spiccava la mole del quattrocentesco palazzo Giocosi, che in origine non si affacciava direttamente sulla piazza.Accanto al palazzo Apostolico, separato da questo dallo stretto vicolo del moro, era un ampio isolato che in epoca tardo-medievale pervenne in possesso della ricca e potente Confraternita di San Nicandro.Questo isolato conosciuto anche come Madonna di Piazza, era occupato dalla locanda del Moro, uno degli alloggi storici della città che accoglieva i viaggiatori del Grand Tour diretti alla Cascata delle Marmore.Questa era grosso modo l’immagine della piazza alla fine del governo pontificio, in seguito grosse modifiche al suo tessuto edilizio vennero apportate con l’unità d’Italia.Il vecchio palazzo Apostolico, scelto come sede comunale, venne pesantemente restaurato in stile neo-rinascimentale da Benedetto Faustini, eliminando finalmente i problemi statici che lo avevano attanagliato per secoli, si eliminarono gli speroni fortificati, venne chiuso il vicolo del Moro e regolarizzate le facciate con la ricostruzione della torre civica neomedievale.Vennero demolite le case davanti al palazzo Giocosi la cui facciata venne allineata con quella della chiesa di San Giovanni Decollato e rifatta in stile neorinascimentale sempre dal Faustini.Anche la locanda del Moro venne ristrutturata e divenne l’albergo della Grande Europa, con una sobria architettura tardo ottocentesca.Il lato nord venne scombussolato dall’apertura di Corso Tacito che portò al taglio di palazzo Manni e alla completa ricostruzione del Palazzo del Monte di Pietà da parte della Famiglia Pontecorvi.Questo taglio portò anche alla demolizione della Fontana di Piazza che risultava troppo ingombrante finendo con il suo bacino nell’invaso della piazza.Al piano terreno di Palazzo Pontecorvi nel 1913 Spartaco Pazzaglia apre la sua pasticceria con la prestigiosa sala da thè, che diviene il ritrovo elegante della città e con la qualità dei suoi prodotti diviene fornitore della Real Casa.In piazza arriva anche il tram che unisce il centro della città con la stazione ferroviaria e le acciaierie sferragliando lungo Corso Tacito.Questo bisogno di novità e di modernizzazione presto colpì un altro degli edifici della piazza, la chiesa di San Giovanni Decollato, aveva qualche problema statico e molti ne caldeggiavano la demolizione, visto i gusti del tempo la consideravano una chiesa brutta e sgraziata come tutto quello che non era medievale, per cui in un primo momento venne chiusa al culto per essere poi demolita nel 1921.Al suo posto venne eretto l’attuale Palazzo delle Poste su progetto di Cesare Bazzani, che sistemò anche il vicino Palazzo Pontecorvi per alloggiarvi il cinema Modernissimo; un altro cinema era ospitato al pian terreno di Palazzo Giocosi.I bombardamenti irruppero con la loro carica distruttiva anche in Piazza, venne colpito il palazzo Comunale con il totale crollo della torre, venne distrutto il palazzo Pontecorvi e danneggiati altri caseggiati.Nel dopoguerra iniziò un lento processo di sostituzione del tessuto edilizio che portò all’edificazione del Palazzo Mariani e dell’edificio sede dell’Ina, due edifici brutti e sgraziati che deturpano in maniera pesante l’equilibrio della piazza.Spero che mutati i tempi si possa pensare ad una sostituzione o ad una intelligente ristrutturazione di queste due fabbricati al fine di riportare la piazza a riacquistare un suo equilibrio volumetrico ed estetico, con interventi di filologia urbana, che abbiano l’intelligenza di operare nel corpo della città in maniera coerente con la sua storia ed i suoi rapporti volumetrici ricucendo gli strappi che interventi troppo grossolani hanno inferto al corpo del suo edificato.