Quotidianamente...

Post N° 291


 Giorni strani questi. L’estate si allunga rendendo l’autunno dolcemente pigro. I platani iniziano a diradarsi ma a modo loro: le foglie sui rami sono sempre tante seppure molte siano attratte dall’asfalto. Tutto questo osservare comporta una inattività o una in-attività. Pigramente il tempo passa e non succede niente. Succede che il mio braccio destro si scontri con lo sportello, aperto di scatto, di un furgone mentre pedalo, succede che l’autista mi chiede scusa cinque volte mentre mentalmente lo mando a quel paese e lo copro di impropri, sempre pedalando. Poi, certo, sono episodi che si mettono in conto: prima o poi ci sarà una caduta, sperando di non farmi male, prima o poi qualche sportello aperto di scatto si scontrerà con la bici e con le mie ginocchia. Tutti fatti già messi in conto. Dopo aver sognato di volare subito dopo la morte; sì ero morta, mi staccavo e iniziavo a volare ed era bellissimo; ho sognato di stare in perfetto equilibrio su un motorino e di provare gusto a guidarlo. Fatto strano questo, molto più strano che volare. Non credo di essere in grado di guidare un motorino, mi manca il senso dell’equilibrio, in bicicletta è diverso, ne sono certa. Succede che un teatro scoperto del tutto casualmente favorisca la voglia di uscire di sera e la voglia di continuare a scoprire questa città che non smette mai di stupirmi. Succede che una pièce teatrale favorisca le eterne domande alle quali non troverò mai le risposte nemmeno vivendo eternamente. Continua la in-attività. Attività rivolta all’introspezione che io non prediligo, perché è così e perché non c’è un perché. Poi succede che la connessione Internet si fa intermittente e il tecnico suggerisce di scambiare i cavi tra il router e il modem (o il server?) e non va lo stesso, faccio vari tentativi e tutto torna a funzionare, più o meno, e secondo il tecnico così come ho sistemato i cavi non dovrebbe funzionare un bel niente, ma intanto non mi curo di lui e rimane tutto così com’è. Succede che la stampante si blocchi in continuazione e la mia collega decide che deve stampare proprio lì, in quella stampante e spengo e riaccendo e controllo lo stato della stampante sul server e anche lei torna a funzionare e succede che mi stanco, che non sono l’ufficio preposto ai miracoli, che poi, in fondo, anche a me servirebbe un miracolo, così tanto per… Ma io non credo nei miracoli, o sono loro a non credere in me? Ma succede anche che, da giorni, Puzzola prima di entrare nella mia stanza si metta in bocca delle mentine, quelle che ho disseminato in modo strategico. A modo suo, questo è un miracolo anche se piccolo o no?