Quotidianamente...

Post N° 298


Sulle rughe ho tutta una serie di teorie, tutte mie e nessuna valida. Sono piccole carte geografiche che, se lette per il verso giusto, disegnano il contorno di un paese chiamato “vita”. Sono i segni, piccoli o grandi, che imprimono la vita sul proprio viso. Sono. Sono i tratti del proprio carattere, quello che si aveva dentro e quello che è uscito fuori. Sono. Sono i sorrisi troppo grandi e i pianti troppo piccoli. Sono i pensieri corrugati e i pensieri liberi. Sono. Sono la mappa dei nostri stati d’animo. Ho notato la mia prima ruga a ventisette anni. Ricordo perfettamente. Era il mio compleanno. Mi specchiai, e notai un piccolissimo solco intorno all’occhio. Decisi di non dare importanza. Tuttora non do importanza alle rughe. Le vedo. Crescono, mettono radici. Le lascio lì. Non ho voglia di combattere una guerra inutile per cancellare quello che è mio. Mi appartengono. Sono parte di me, sono me.Non ho mai riflettuto sulla provenienza delle mie rughe, se per troppo amore o per altro. Non saprei. Ci sono. Le mie rughe non hanno nomi. Sono anonime. Come anonima sono io nel grande mondo. Sono acqua che scorre nel lungo fiume della vita. Fiume tranquillo, fiume agitato. Come la vita.Sei fortunato a conoscere persone che ti chiedono se sei felice. Credevo che fosse una frase fatta per il cinema. Sono anni che non sento nessuno fare tale domanda. La credevo desueta, come tante piccole cose che spariscono col passare del tempo. Per inadeguatezza loro o per inadeguatezza nostra. In questo lungo periodo di corrispondenza interrotta mi è capitato di pensare. Non alla corrispondenza in sé, ma a tante riflessioni fatte così. E come in un lungo dialogo-monologo mi sono fatta domande e mi sono data delle risposte.. (nel più perfetto stile di Marzullo, tant’è che ho aperto un account come gigiamarzulla.. perché negarsi tale soddisfazione?).Una di queste riflessioni era proprio in merito alla felicità, al cosa volere della vita.. Ho imparato, col tempo, a non chiedere troppo alla vita, il che non significa accontentarsi, ma piuttosto assecondarla. Come per le rughe, essere acqua nel grande fiume della vita. Non l’onda che travolge la quiete o l’acqua stagnante, no, semplicemente acqua nell’acqua.. Niente di più. E riconosco che tale pensiero, seppure immensamente piccolo, mi ha “rasserenata” (per usare una parola tanto di moda). Non ha senso affannarsi per.. per finire lo stesso sotto terra. O semplicemente, è un cercare di vivere il più quietamente possibile con tutti ma soprattutto con se stessi. Sì, forse.