Quotidianamente...

Post N° 325


Era un sogno. Ricordava “Amarcord”. Era bellissimo, ma era ancora più bella la scena del nonno perso nella nebbia a pochi metri da casa sua. Solo che quella del sogno non era nebbia: era proprio una nuvola, scesa d’improvviso sul monte. Sola ero sola, e lo sapevo già da prima. Ma in mezzo a una nuvola ci si sente ancora più soli, eppure non soli. A volte un albero, una casa in lontananza, o la punta di un orribile traliccio fanno capolino fra i vapori che si spostano, leggeri a volte, a volte in un turbine, per un’improvvisa folata di vento. Sai che le cose sono al loro posto, ma puoi perderti, puoi ignorare ogni punto di riferimento. Non griderei disperata come il nonno “Dov’è la mia casa? Dove siete tutti?”. Dovunque sia la casa, lì è rimasta. Mi sento un po’ nuvola, e mi chiedo se qualcuno, di lontano, a tratti mi scorge. Se fossi di qui, conoscerei quelle vette che a momenti intravedo. Le chiamerei per nome e le amerei e le odierei insieme. Ma sono di mare. Per me tutto è mistero quassù. Mi sento bene però in quest’aria fredda e umida. Oggi non sento il bisogno di guardare lontano. Dov’è la mia casa? Dove sono tutti? Vigilano, come sempre. Ma ora sono assenti.