Quotidianamente...

Post N° 329


Pratico a volte una mia particolare sorta di resistenza umana. Mi piace fermarmi, uscire dal fiume di gente frettolosa che si dirige verso gli autobus al mattino. Mettermi in disparte ed aspettare. Non c’è nessun motivo di aspettare, se non quello di decidere deliberatamente di arrogarmi il diritto di “fare tardi”, così, per il gusto di farlo, senza nessun motivo logico. Fumo una sigaretta e osservo attentamente le specie umane alle quali, per un breve lasso di tempo, fittiziamente m’illudo di non appartenere. E succede sempre una cosa strana. Proprio allora io “mi accorgo” di me. Mi vedo distintamente in quella folla, riconosco il mio volto; mi sento una di loro. Pare che per scoprire di esistere io abbia bisogno di guardarmi dal di fuori. Perché si scopra davvero la particolarità della propria individualità è necessario porla a confronto con tutto ciò che di uniforme invece portiamo dentro. Accettando similitudini, rassegnandosi alla velocità, per riscoprire il gusto della lentezza."parada junto à passadeira, protegida num gesto ledo fixas o olhar na sombra dos carros que passam", A Naifa, Monotone