Quotidianamente...

Sfumature di grigio


Cielo cupo. Presagio di ? Umore mutevole. Chissà perché in questa città bagnata, spesso, dal sole appena il cielo diventa colore grigio, gli umori cambiano. Cielo cupo. Passo di qui per una passeggiata. Persino la mia collega è moggia moggia. Sconsolata per una scadenza che, forse, non riuscirà a rispettare. Mi fa, quasi, tenerezza. La iena che è in me è tornata nel suo angolino. Si è assopita. Scrittura come valvola di sfogo. Scrivo della mia collega e mi viene da ridere. Sì, perché, in fondo, è un gioco. Lei non mi sta simpatica ma nemmeno ho tutto questo risentimento nei suoi confronti. A pensarci bene, mi sta “neutra”. Ho imparato a condividere le otto ore lavorative con lei. Malgrado lei. Nel bene e nel male. Ho imparato a tollerarla. Mi rifiuto, però, di capirla. La guardo, sorrido e vado avanti. E più avanti vado, meno lei mi suscita sentimenti. Tenerezza? Parolona. Non esageriamo. Oppure sarà tutta colpa di questo grigiore? Ci vorrebbe qualcosa di sconvolgente. A tratti allucinante.Ora ci penso. Uno scherzo per alleggerire il morale della collega? Quasi quasi.. Altrimenti mi annoio. Non sento nemmeno i suoi sbuffi, oggi. Non ha ancora urlato, non ha ancora sbattuto il telefono. Triste. Fuori della finestra, non si preannuncia niente di buono. Persino il gran capo si è preoccupato. Stai bene? Sì, perché? Ti vedo un po’ giù di tono. Ah, no no, sto bene, grazie. Tutta colpa del grigio, fuori. Pensa che, però, fa meno freddo. Già, vero. E se ne torna nella sua stanza.Come se io fossi il menestrello di questo ufficio. Non passo inosservata, vero. Sono una nota di colore. Però.. Passavo di qui. Tornerò.