Quotidianamente...

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 Eravamo in macchina andando non so dove. Mi hanno offerto 25 Euro per una gallina nera, ha detto mio padre. Ottimo prezzo, ho risposto. Non l’ho venduta, perché era per una messa nera, ha aggiunto lui. Stai diventando sentimentale. Mio padre si è girato per meglio guardarmi. Sentimentale, io? Ha chiesto. Sì, tu, ho detto cinicamente. La conversazione sembrava finita lì, ma con mio padre niente finisce immediatamente. Ci ha pensato un po’, poi ha continuato il suo ragionamento, a voce alta. Sentimentale, io, figurarsi. Ma perché dovrei cedere una gallina per un rito che non capisco. Povera gallina, cosa avrà mai fatto di male per finire in un rito da selvaggi, no, non sono sentimentale ma solo una persona di buon senso. Perché far finire una gallina in una pentola è meglio? Ho chiesto. No, ma è nell’ordine naturale delle cose, ha risposto. Non è naturale vendere una gallina anche se per un ottimo prezzo per un rito, per una messa nera. Allora credi nei riti, ho affermato. No, non ci credo, ma non c’entra niente, povera gallina, finire chissà come, ha aggiunto. Mi sono chiesta chi praticasse certi riti in quel villaggio, ma non conoscendo quasi più nessuno, ho smesso di pensarci. Ero tentata di chiederlo a mio padre, ma non volevo andare oltre con la conversazione, non sapevo che si facessero messe nere in Portogallo, ma sono tante le cose che non so o che non so più.Mio fratello D. zitto fin allora, ha detto che avevo ragione io, che nostro padre era diventato sentimentale e che se si decideva di allevare pulcini neri, prima o poi, una richiesta simile poteva capitare. Non ho capito l’affermazione di mio fratello D., ma in effetti, non avevo mai, prima di allora, visto pulcini e galline nere. Che differenza c’è tra una gallina nera e una “normale”?, ho chiesto a mio padre. Nessuna, era solo per cambiare, per variare che a guardare sempre gli stessi pulcini ci si annoia. Questa era, invece, un’affermazione che capivo perfettamente.