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Post N° 266

Post n°266 pubblicato il 11 Settembre 2006 da quotidiana_mente
 

Su una di quelle torri c'ero stata, anni prima. Ricordo ancora passeggiando lungo la Quinta Avenue, lo stupore di vedere le due torri, proprio lì, a portata di mano. Pochi minuti di camminate e si va, stanno lì, sembra quasi di toccarle. Si disse. Invece erano distanti, ma il camminare non aveva mai spaventato. Sotto le torri mi sentivo più minuscola di una formica. Tutto mi sembrava smisuratamente grande, tutto era esagerato, mi ero sentita piccola piccola lungo tutto quel viaggio e ora mi sentivo ancora più bonsai. Cosa si fa, saliamo? Non ero entusiasta, non riuscivo a capire come si potesse vivere in un mostro come quello. Ma, sì, saliamo. Già l’atrio mi spaventava, troppo vasto, troppo e basta. L’ascensore era di quelli rapidi, troppo rapidi e mentre eri dentro in quei pochi minuti che ti separavano dall’arrivo, veniva spiegato il procedimento: prima leggerezza e dopo senso di pesantezza, come di schiacciamento al suolo. O il contrario, non ricordo. E per una volta, non ero stupita ma spaventata. Tutto troppo veloce, troppo grande, troppo. L’ultimo piano sembrava di vetro, non riuscivo ad avvicinarmi, perché sembrava di stare nel vuoto e il vuoto un po’ spaventa. Non riuscivo ad andare vicino alle pareti trasparenti. Guardavo, sì con stupore, una bambina di pochi anni che, invece non curante della paura, toccava le pareti trasparenti ridendo. Riuscivo solo a vedere delle forme che mi ricordavano tanti mattoncini del Lego e niente di più. Sì, ero spaventata. Mi chiedevo come fosse possibile lavorare così sospesi per aria, così vicini al vuoto. Una oscillazione. Ero certa, si era mosso, quel mostro si era mosso, ne ero sicura. Per forza che oscilla, altrimenti crollerebbe, si spezzerebbe. Ha una sua oscillazione e giù con tutte le descrizioni tecniche. Ed io ero sempre più spaventata, mi sembravano tante micro scosse di terremoto, poi pensai che un vero terremoto non l’avevo ancora mai sentito. Mi muovevo a stento, come bloccata. Era solo spavento. Dobbiamo andare su, c’è la terrazza, vedrai tutta la città. Saliamo. Almeno i gradini erano di cemento e le pareti erano vere e mi tranquillizzavano. Poi, lo stupore arrivò, perché essere così in alto e vedere i mattoncini di Lego che si erano fatti ancora più piccoli era qualcosa che aveva dell’incredibile. E stranamente non avevo più paura, perché mi sentivo protetta dal parapetto della terrazza. La statua della Libertà era un puntino da qualche parte in mezzo all’acqua. Gli elicotteri erano troppo vicini, secondo me. Giù altre spiegazioni sull’altezza della torre, delle torri ed io non ascoltavo. Meravigliata e spaventata com’ero. Continuavo a pensare che mai avrei potuto lavorare in un posto come quello e ancora meno viverci e non pensavo alle catastrofe possibili, no, solo al fatto che non mi sembrava alla mia portata, troppo alto, troppo tutto. La terrazza era piena di turisti, gli aeri sembravano a portata di mano, non ero mai stata così vicina al cielo.
Rimarranno sempre così, nella mia memoria, le Torri gemelle: un misto di spavento e di (quasi) meraviglia.

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Commenti al Post:
lunamattana
lunamattana il 11/09/06 alle 17:25 via WEB
grazie di avermi portata con te!! Sai che ho avuto un tonfo al petto pensando alle pareti di vetro ed alla bambina che ci giocava...ero davvero lì...e neanche a me piace il vuoto
 
 
spaceman70
spaceman70 il 11/09/06 alle 17:30 via WEB
a me non piacciono gli ascensori troppo veloci... probabilmente sarei andato a piedi...
 
   
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 13/09/06 alle 15:38 via WEB
Ci avevo pensato per la discesa.. ma poi..
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 13/09/06 alle 15:39 via WEB
I bambini non hanno certe paure, non hanno ancora fatto in tempo a svilupparle. :)
 
hermesgemini
hermesgemini il 11/09/06 alle 17:45 via WEB
aiuto ho avuto insieme a te un senso di vuoto e di grande.. troppo, mi sento ancora frastornata, grazie quoti, un bacione
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 13/09/06 alle 15:39 via WEB
Un bacio a te.
 
elnaza
elnaza il 11/09/06 alle 19:18 via WEB
ancora una volta ti leggo più volte per essere sicuro di non perdermi niente di quello che scrivi!! grazie
 
 
arimatec
arimatec il 11/09/06 alle 20:31 via WEB
In queste occasioni la retorica, i paroloni sono in agguato. Molto meglio il tuo approccio delicato e molto personale. Si sale,si sale e qella vicinanza al cielo non rassicura più. Boa noite. Piero
 
   
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 13/09/06 alle 15:39 via WEB
Boa tarde
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 13/09/06 alle 15:39 via WEB
Oh.. Oh.. divento rossa!
 
sax2002
sax2002 il 12/09/06 alle 07:39 via WEB
Descrizione stupenda ed insieme delicata...mi sembra di essere lì con te e sentire la paura per il vuoto e l'eccessiva altezzza...non riesco a guardare giù!
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 13/09/06 alle 15:43 via WEB
Che io non sia altissima è un fatto che, ormai, ho assodato.. ma durante quel viaggio mi sono sentita una nana scappata da un giardino. Pazzesco.
 
betulla64
betulla64 il 12/09/06 alle 10:11 via WEB
L'ho letto con le ginocchia molli di vertigine... Sei davvero speciale quando racconti (e non solo quando racconti) Besos
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 13/09/06 alle 15:34 via WEB
E pensare che non ho mai sofferto di vertigini, non di quelle vertigini lì. Altre sì, ma è un'altra questione :)
 
Filottete3
Filottete3 il 12/09/06 alle 11:52 via WEB
ieri sera tardi hanno dato un film che avevo visto tempo fa.Undici autori di varie nazionalità in undici minuti e nove secondi descrivono il loro personale 11settembre. Dal Burkin a Faso all'Asia, alcuni episodi che mi sono piaciuti: alcuni ragazzi poverissimi africani che vedono un BinLaden somigliante e tentano di rapirlo per prendere la taglia e con quei dollari salvare tanti bambini malati africani, ma tentano di rapirlo con le lance. Lo filmano ma scappa in aereo al loro inseguimento. I bambini curiosi: "BinLaden, abbiamo bisogno di te, non scappare...abbiamo bisogno di quei soldi". Claude Lelouch in Francia filma una coppia di sordomuti, uno dei quali fa la guida turistica per sordi alle torri gemelle, stanno per lasciarsi. Lei scrive al computer una lettera d'addio mentre non guarda la Tv dove si vede il crollo delle torri. Ma un miracolo vuole che lui torni dalla sua innamorata tutto impolverato e salvo. E pensare che lei gli aveva detto poco prima di non sapere se sarebbe tornato da lei. Sean Penn film un uomo che abita di fronte le torri e che gli muore sua moglie. E' triste, accarezza il vestito dell'amata sul letto.La sua camera è tutta buia, una piantina sul davanzale della finestra è cadente. Ma non appena un'ombra delle torri si abbassa perché sbarrava il sole, la piantina si rialza e lui prende vita. Cosa vorrà dire?
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 13/09/06 alle 15:34 via WEB
Che forse era possibile un mondo migliore dopo quello che era successo? Che forse qualcosa doveva cambiare dopo? Che la vita continua? Che.. tante possibili risposte e possibile che siano tutte sbagliate. Non ho visto il film in questione, provvederò.
 
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