Quotidianamente...
Vita di ufficio... ma quella è un'altra storia...
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" -
(Articolo 3 della Costituzione Italiana)
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Ho la fortuna, a questo punto, di non vivere in campagna. Stando alle ultime dichiarazioni del nostro presidente del consiglio. Ho la fortuna di vivere in città dove i rischi sarebbero minori, sempre in base alla dichiarazione precedente, almeno andando per deduzione. Dopo l’ufficio, torno a casa a piedi o in bicicletta, lungo una strada principale. A piedi, non è un problema, posso scegliere il marciapiede dove camminare ed evitare il fango che immancabilmente trovo perché manca l’asfalto in coincidenza con una villa abbandonata da sempre. Andando in bicicletta, tale lusso non mi è concesso, devo seguire l’andamento del traffico ed evitare assolutamente il contromano. In fondo, sono rispettosa della legge. Pedalo su una corsia laterale per immettermi, ad un certo punto, in quella principale. Sembra alquanto banale, certo, ma così non è. Per fare questo devo indovinare, d’inverno, dove si trova lo svincolo perché lì non c’è illuminazione e quando c’è, è nascosta dagli alberi della villa abbandonata. Ho imparato in base alle macchine parcheggiate dove si trova esattamente lo svincolo e finora ho sempre indovinato. Mi capita di rimanere ferma lì anche per interminabili minuti, perché le auto sfrecciano e gli automobilisti non vedono l’ora di investire una ciclista. No, non è così, sto esagerano, ovvio. Di rado qualcuno si ferma per farmi passare e quando il miracolo avviene, solitamente c’è un motorino in agguato pronto ad investire una ciclista nella notte. Sto ancora esagerando ma meno, molto meno. Poi, come per miracolo riesco ad inserirmi in mezzo alle auto e ai motorini e proseguo fino al semaforo e aspetto per svoltare un'altra volta, in un'altra direzione. Qualche sera al mese, non ho mai contatto quante volte, ma capita piuttosto spesso, la via non è illuminato per lunghi tratti. Certo, indosso il giubbotto catarifrangente per essere visibile, ho tutte le luci di appoggio possibili (non tante che non voglio che la mia bici sia paragonabile ad un albero di Natale), e, solitamente, canto in modo che non ci siano dubbi sulla mia presenza. Ma tra buche che spesso sono voragini e niente illuminazione mi sento un bersaglio troppo facile. Qualche sera fa, finalmente mi sono risposta, sì, mi ero, tempo addietro fatta una domanda e solo ora mi sono data la risposta. Mi sono chiesta a cosa servissero i militari di fronte alle due ambasciate vicino allo svincolo e la risposta, quella che mi sono data, è stata semplice: se vengo investita per via della scarsa (o mancata) illuminazione, mi basterà strillare e qualcuno verrà in mio soccorso. E se perdo la voce? Anche questa domanda mi sono fatta. Impossibile, mi sono risposta, quando mai mi mancherà la voce, quando mai diventerò afona? Mai. Con l’immenso dispiacere di mia madre che, da sempre, sogna mio padre ed io completamente afoni. La sicurezza inizia, secondo me, da strade illuminate, da quartieri illuminati. E non mi riferisco solo alla sicurezza dei ciclisti. Ovviamente. |
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(bellissimo il banner di protesta ) :)
Piace anche a me, forse prenderò in prestito anche quello di D_dap ;)
Grazie per la dritta, appena avrò qualcosa da dire e un po' più di tempo, ne farò tesoro.
... che si capisce che questo argomento mi fa incazzare?
Questo argomento fa incazzare anche e me e non poco, ci sarebbe tanto da dire... ma per ora non riesco a scriverne niente.
Scrivo all'AMA (nettezza urbana), anzi telefono, scrivo al municipio... insomma sono una grandissima rompiballe, ma se mi servirà, volentieri ti chiederò una mano. Grazie.