LA MIA PELLE

Comunicato stampa


    Il rischio di poter essere perseguito da questa magistratura,i recenti casi di condanna occorsi a Legno Stortoe ad altre persone o siti schierati con Silvio Berlusconi,mi suggerisce la dolorosa scelta di sospendere le pubblicazioni de ilGiulivo.comUn ringraziamento a tutti coloro che lo hanno animato,hanno stretto sincere amicizie e si sono riconosciuti in un'iniziativa di liberta'che vivra' sempre nel mio cuore.Un grande abbraccio a tutti.EdoardoIlGiulivo     IlGiulivo il febbraio 25 2011 09:31:06Leggere notizie come queste non puo' lasciare indifferenti...CONDANNA CHOC SU FACEBOOK Un utente scrive una frase ritenuta offensiva su un magistrato: condannato a 1 anno di reclusione LA LIBERTA' DI STAMPA IN ITALIA: CASSATA DAI MAGISTRATILa graduatoria della libertà di stampa nel mondo, redatta da Reporters Sans Frontieres, ha rivelato che l'Italia nel 2009 si è classificata al 49° posto su 175 Paesi. Nel 2008 era al 44° e nel 2007 era al 35°. Secondo gli analisti dell'organizzazione internazionale francese i motivi sono principalmente due: la mafia e il conflitto di interessi del premier Silvio Berlusconi.Non è affatto così. Un esempio lampante e attuale è Legno Storto ,la nostra libera testata giornalistica basata sul volontariato, che essendo vicina alle idee liberali e liberiste del premier Silvio Berlusconi, rischia di essere chiusa grazie al magistrato dr.Piercamillo Davigo che ci accusa di averlo diffamato chiedendo 100.000 Euro di risarcimento.   PRESCRITTO DUNQUE COLPEVOLE (USANDO IL METODO TRAVAGLIO)Ma guarda un po’ questa giustizia schizofrenica. Per Berlusconi tutto deve essere rapido e fatto a tempo di record, per gli altri (quelli che il Cavaliere lo prendono solitamente a mazzate) la magistratura italiana torna ad essere quel gigantesco bradipo che tutti conosciamo. E ne sa qualcosa pure Travaglio, che di sicuro starà ridendo per quanto accaduto in Corte d’Appello a Roma.Il vicedirettore del Fatto era infatti stato condannato in primo grado per diffamazione nei confronti diCesare Previti, a causa di un articolo pubblicato nel 2003 sull’Espresso in cui si sosteneva che l’ex parlamentare di Forza Italia aveva preso parte ad un vertice per depistare le indagini di mafia contro Dell’Utri.E mica una condanna qualsiasi: otto mesi di carcere. In appello, il giudice Afro Maisto decise di ridurre la pena a mille euro di multa, ma si prese 60 giorni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza, anziché i canonici 15 previsti, in quanto “la la stesura delle motivazioni era particolarmente complessa”. Era l’8 gennaio 2010.Passano le settimane, i mesi, e si arriva al 4 gennaio 2011. Un anno dopo. Solo un mese più tardi però, ed è cronaca di questi giorni, le paginette firmate da Maisto vengono notificate all’avvocato di Previti, parte lesa uscita vittoriosa dal processo. Ma è tutto inutile, perché nel frattempo il reato è caduto in prescrizione.Cosa volete che sia, “succede”, ha dichiarato Travaglio, aggiungendo che queste cose “capitano nelle migliori famiglie”. Appunto, succede. Per qualcuno.Sul blog di Daw il Disfapartiti