La recita di Bolzano

che amore assoluto sia!

Creato da fugadaipiombi il 24/11/2013

 

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Uomini

Post n°35 pubblicato il 06 Novembre 2015 da fugadaipiombi

Gli uomini. L'altro sesso. Quello dominante, che ancora non ci considera alla pari e forse non succederà mai, in linea di massima. Ovviamente esistono le eccezioni. Ma sono solo eccezioni. Eppure sono affascinanti, intriganti, capaci di grandi slanci, capaci di lottare, di vedere la poesia anche in mezzo allo squallore, di farsi chilometri per raggiungere ciò che desidera possedere. L'uomo, sempre alla conquista di qualcosa, fa parte della sua natura. Gli uomini mi affascinano proprio per la loro natura: a volte penso che le donne siano noiose, che cicaleccino troppo, che pretendano di trasformare chi sta loro accanto e non accettino invece la realtà e cioè che essi sono più semplici e che il loro scopo reale non è l'amore, il possesso, la famiglia, no, il loro scopo è soddisfare la propria natura, ovunque essa porti. Essi conquistano e, dopo aver conquistato, hanno urgenza di tornare a farlo e non per conquistare qualcosa alla quale tengono realmente, ma per il piacere della conquista, nient'altro. Perchè solo questo li fa sentire veramente uomini. Infatti l'oggetto della conquista perde subito valore, immediatamente dopo. Anni fa ho assistito allo sproloquio di un collega che asseriva e sottolineava una cosa per lui basilare nei rapporti con le donne: era lui a cacciare, lui a ghermire la preda, lui a tentare di prenderla, di farla sua. Se la preda  avesse anche solo tentato di eguagliare quel ruolo, di ritrovarsi in quel ruolo, il suo interesse sarebbe venuto meno. Quindi il valore della persona conta ben poco. In fondo rimangono dei primitivi: territorio, cacciagione, controllo, potere. La famiglia stessa rappresenta l'alibi per sfogare ed esercitare il potere, il controllo, l'alibi per sentire l'odore del sangue di animali squartati, uccisi per  provvedere alla famiglia. Onorevole, certo, ma non sogniamoci neanche di pensare che ci siamo civilizzati, che l'evoluzione ha fatto il suo corso, non è cosi. Specialmente negli uomini. Già, perchè essi tendono a non permettere l'evoluzione di noi donne, per paura, forse, per quell'atavica paura di perdere il potere, e noi cosa facciamo, invece? Invece di far capire loro che il potere non ci interessa e che anzi è sbagliato esercitarlo, ci comportiamo in modo peggiore. Sì, peggiore, perchè non essendo avvezze lo esercitiamo male, facendo errori più gravi di loro che ad esercitarlo sono abituati e quindi più obiettivi. E le quote rosa? Vogliamo dirlo apertamente, un'offesa all'intelligenza, alla dignità, al pensiero. In Parlamento io voglio la gente onesta, non una quota per le minoranze, coloro che contano poco, al posto della Santanchè avrei preferito un giovane ancora non corrotto dal sistema che avrebbe tentato di cambiarlo grazie all'onestà. Così oltre al danno la beffa. Il valore umano, dunque, in questo marasma, non ha senso. E questo ormai è assodato, la gente di valore non fa strada, vanno avanti i ruffiani, coloro che si vendono, perchè dall'altra parte c'è chi ama comprare, li fa sentire potenti, non so se si comprenda l'antifona. Invece di porsi come obiettivo il migliorare, si mettono nei punti salienti le mele marce per attaccare tutto il cesto. Anzi, di solito i migliori, coloro che vorrebbero avere giustizia, che combattono per la libertà, che sono fedeli alla morale vengono uccisi e di esempi ne abbiamo a iosa. Questa era un po' una premessa per giungere al motivo che mi ha ispirato questo post. Esistono uomini, su questa terra, che si credono evoluti, che pensano di avere visto e provato tutto. Uomini che parlano tranquillamente delle loro storie di letto pur essendo sposati e con prole davanti alle colleghe. Lo fanno perchè amano vantarsi o per scandalizzare o ancora per arrivare all'eccesso. Per suscitare interesse o per sottolineare che loro possono tutto. Fossimo noi, al contrario, a raccontare apertamente in ufficio, ad esempio, delle nostre storie sia passate che presenti, non omettendo nessun dettaglio, specialmente se sposate, verremmo tacciate come donne volgari, come 'troie' e povero quel marito che si prende le corna! Già, loro sono dei ganzi noi delle vere puttane! Ho un collega che potrebbe rientrare in questo scenario. Un uomo dall'intelligenza superiore alla media, ha una compagna e due figli, non è bello ma è un gran bel tipo, ha fascino e modo. Non disdegna di raccontare apertamente le proprie avventure ma non lo fa per vantarsi, solo per scherzo. Tiene un libro su cui scrive i nomi delle donne con le quali è stato a letto. Non giudica, non gli ho mai sentito uscire dalla bocca termini come 'puttana' o 'troia', per lui le donne hanno gli stessi diritti che gli uomini e se gli chiedi come la prenderebbe se sapesse che la compagna lo tradisce, fa spallucce, se succederà si vedrà, risponde. Tra me e lui c'è uno strano rapporto: non posso negare di trovarlo affascinante, sopratutto quando comprende al volo tutto nel momento in cui gli sottoponi un problema, tende a sdrammatizzare, a risolvere i problemi piuttosto che crearli, lo potrei definire un pacifista, non certo nel senso completo e profondo della parola. Non considera brutta nessuna donna, a differenza di altri, si comporta come un gentiluomo e non lo senti mai denigrare nessuna perchè scialba o anonima. E questo gli fa merito. Umiliare le persone in qualsiasi contesto o ambiente è terribile. Per quanto riguarda me, ritengo di essere una persona piuttosto schiva, solitaria, non amo la confusione e lo stare in mezzo a troppe persone mi stanca. Il rapporto con lui quindi era molto sporadico. Un giorno, dopo un bel po' di anni dall'avvenuta conoscenza, chiama al mio telefono e gli rispondo con una voce sensuale, secondo lui - secondo me mezza assonnata - tanto da faticare ad associare la voce alla persona. Rimane interdetto, da quel momento mi guarda con altri occhi, inizia una specie di gioco, qualcuno mi riferisce che durante una conversazione ha ammesso candidamente che gli piacerebbe avere un rapporto intimo con me perchè pensa che 'a letto potrei dare tanto'. La cosa mi lusinga, per il semplice motivo di avere una quindicina d'anni più di lui e perchè non si può non provare piacere nell'essere desiderate, penso sia umano, una cosa comune a tutti. Ovviamente anch'io mi presto al gioco e ogni tanto lancio una battuta. E' piacevole, il gioco, condotto da entrambi con signorilità. Fatto è però che, siccome amo studiare l'umanità, questa specie così rara, ieri ho deciso di cercare la dimostrazione a un pensiero che ho maturato ormai da tempo. Ho aspettato l'occasione e ho deciso che i tempi erano maturi nel momento in cui l'ho trovato da solo in ufficio, nel tardo pomeriggio, parte cruciale della giornata in cui aumentano le possibilità di cogliere qualcuno in un momento di piena vulnerabilità. In un attimo decido di attuare il piano, di effettuare l'esperimento a sua insaputa, ovviamente. Cerco di tenerlo tranquillo parlando di lavoro e a un tratto, mentre sto per andarmene, gli chiedo: 'Ma quand'è che ti decidi a sbattermi dentro un ascensore? Come in 'Attrazione fatale....'. Un uomo libero, evoluto, avrebbe reagito subito con un 'Quando vuoi', un uomo così avrebbe capito al volo, conoscendo un po' la persona, che non poteva che trattarsi di una frase pronunciata per scandagliare, per mettere alla prova, un uomo simile avrebbe risposto pan per focaccia senza mostrarsi minimamente allarmato o in pericolo - per cosa, poi, non si capisce - forse per quell'atavica paura basata su una sensazione di angoscia strisciante che l'insondabile ci procura. Mi sarebbe piaciuto avere una telecamera per immortalare la sua espressione, la stessa di chi si trova all'interno di uno stargate e non sa cosa fare, stritolato dalla primitiva paura istintiva di un pericolo imminente. Ergo, l'ho messo in difficoltà, da cacciatore si era sentito preda e non si è trovato preparato. Molte volte ho palesato il mio pensiero riguardo le avances maschili, a come spesso ci mettono in difficoltà, a come ci lasciano interdette, sopratutto per i modi usati. Mentre mi lusingano la corte giocosa, gli apprezzamenti delicati, gli sguardi discreti, mi infastidiscono gli approcci aggressivi, volgari, troppo diretti, come lo sono stata io con il collega. E per quale motivo io, perchè donna, devo considerare normale il comportamento maschile mentre se sono io a mettere in atto un attacco frontale non può essere accettabile? Tra ricerca e domande, tra elucubrazioni più o meno legittime, conclusioni logiche, arrivo a una deduzione anch'essa logica: siamo degli esseri ancora primitivi, la storia, l'evoluzione l'hanno fatta in pochi, quei pochi nati con il germe del pensiero e della libertà dentro, il resto è tutta omologazione, un modo di vivere che regala sicurezza, che spinge a comportamenti analoghi e quindi porta a non porsi domande o a cercare risposte. Alfine gli uomini stanno bene dove si trovano, all'interno del sesso dominante e noi donne stiamo bene sottomesse, cosa che ci meritiamo perchè in pochissime ho riscontrato lo stesso germe, quello che alberga dentro di me e di cui mi fanno pagare uno scotto più le donne che gli uomini. Vivo nella più totale solitudine intellettiva e i miei compagni migliori sono i libri, da cui ottengo più comprensione che in una sera sprecata a cena a non parlare di niente. Mi piacerebbe però incontrare un uomo che mi rispondesse: 'Quando vuoi' senza paura. 
 

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Commenti al Post:
black.whale
black.whale il 07/11/15 alle 01:55 via WEB
Nell'alto medioevo la poliorcetica, da scienza nell'espugnare castelli si trasformò in arte di espugnare le donne... come vedi è un discorso vecchio.
 
 
fugadaipiombi
fugadaipiombi il 07/11/15 alle 06:55 via WEB
Ne sono cosciente, ma studiando la psiche umana ho imparato a capire che la visione dall'esterno è difficile da realizzare per non dire della visione d'insieme, ergo bisogna ogni tanto fornirle per spingere alla riflessione, chissà non aiuti in un certo qual senso. Non dimenticare, inoltre, che serve alle nuove generazioni, loro, sai, sono ancora all'oscuro di tutto...un saluto
 
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