la moscacieca

Al Lago di Mattina


Questa mattina mi sono alzato presto, ho aperto le finestre e ho visto che c’era un bel sole nel cielo, così ho deciso di andarmene al lago di Albano con il cane.Alle dieci ero già sulla spiaggia a far correre Pippo mentre un ragazzino si divertiva con una barca telecomandata a spaventare le papere che galleggiavano e un pupetto vestito da tartaruga ninja rincorreva il suo papà seminando coriandoli tra i suoi passi.
Su un pontile di legno vedevo l’acqua del lago che era limpidissima e la luce del sole rimbalzava come in uno specchio trasmettendomi un calore paradisiaco. Lontano da me ma quasi vicino all’altra costa intravedevo un po’ di nebbia che si stava ancora diradando. Stavo da Dio. Ero felice. Mi sono soffermato più volte a respirare l’aria come di solito uso fare quando sono a contatto con la natura. Lasciavo entrare piano nei polmoni quell’ossigeno selvatico trattenendo nella memoria il sapore acquitrino del lago… respiravo come a fare una scorta delle emozioni che stavo vivendo. Gustandomi in ogni istante quel momento di pace. In questi respiri pensavo alla definizione di morte che spontaneamente avevo dato ieri sera ad una persona durante la mia conferenza. Il discorso si era soffermato sulla sofferenza e la paura della morte. L’argomento principe  che  tutte le persone sfuggono in vita. Così, perso in un sorriso sconosciuto che forse non era neanche il mio, le parole hanno rotolato autonomamente e sono uscite dalla mia bocca lasciandomi sorpreso del loro significato. “ La morte non è soltanto la fine della vita ma è anche la fine di ogni cosa che si stà vivendo. “Per godere intensamente ed in modo sano la vita, l’idea della morte deve essere sempre presente in noi, vivendoci dentro priva della sua paura.Solo in questo modo si può gustare la sensazione di esistere in ogni istante che viviamo, amplificando le nostre emozioni in una coscienza vigile che accetta la fine naturale di ogni cosa. Perché è con la fine che tutto misteriosamente diviene eterno.Con questa consapevolezza sono stato attratto dalla pancia di una barca rovesciata sulla spiaggia e come in un misterioso ritorno nostalgico mi sono sdraiato su quel ventre caldo di sole quasi in posizione fetale con Pippo accanto ed il giubbotto di pelle nera che stretto mi  faceva sentire protetto da ogni cosa.  Ho chiuso gli occhi e coccolato dalle dolci parole dell’acqua del lago mi sono lasciato andare ad un magnifico momento di riposo con la mia mente che si adagiava in un silenzio raro.