“Paul Klee è forse il più intellettuale, il più distante, il più letterario ed anche il più amato dei pittori di questo secolo”. Spesso Modigliani, Van Gogh, Massimo Campigli (o molti altri che piacciono per quello che sta dentro i loro dipinti) sono stati artisti alquanto amati. Ma Klee è stato oggetto di studio di molti letterati, filosofi, musicisti. Lo può apprezzare (e non trovare semplicistico-banale) chi ha una cultura sofisticata. Altro discorso meriterebbe la notorietà acquisita grazie a quel veicolo che sono le copertine dei libri. Di Klee, aldilà della forza evocativa delle immagini, salta subito all’occhio il suo pensiero; nel suo diario egli parla prevalentemente di pittura. Tuttavia non si può non considerarlo filosofo più di quanto egli non osi considerarsi pittore, tanto che i suoi dipinti vengono osservati come si legge un testo filosofico. Ed in questo egli è il suo miglior esegeta sostenendo che: “un quadro si può anche guardare come un sogno, quel sogno che, con Freud, diventa materia su cui discutere, di cui dare un’interpretazione”.
Paul Klee, come si osserva un quadro
“Paul Klee è forse il più intellettuale, il più distante, il più letterario ed anche il più amato dei pittori di questo secolo”. Spesso Modigliani, Van Gogh, Massimo Campigli (o molti altri che piacciono per quello che sta dentro i loro dipinti) sono stati artisti alquanto amati. Ma Klee è stato oggetto di studio di molti letterati, filosofi, musicisti. Lo può apprezzare (e non trovare semplicistico-banale) chi ha una cultura sofisticata. Altro discorso meriterebbe la notorietà acquisita grazie a quel veicolo che sono le copertine dei libri. Di Klee, aldilà della forza evocativa delle immagini, salta subito all’occhio il suo pensiero; nel suo diario egli parla prevalentemente di pittura. Tuttavia non si può non considerarlo filosofo più di quanto egli non osi considerarsi pittore, tanto che i suoi dipinti vengono osservati come si legge un testo filosofico. Ed in questo egli è il suo miglior esegeta sostenendo che: “un quadro si può anche guardare come un sogno, quel sogno che, con Freud, diventa materia su cui discutere, di cui dare un’interpretazione”.