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una pianta forte con i fiori delicati

 
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Ogni anno in Italia uccisi 25 mila cani»

 

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UN FIORE PER AMORE

 

Per tutti i cuccioli a due e quattro zampe che hanno trovato la morte a causa dell'uomo. Mettete anche voi un fiore nel vostro blog.

 

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da ofelia770
Post n°241 pubblicato il 07 Aprile 2009 da dada56

TERREMOTO IN ABBRUZZO

TERREOTO ABRUZZO
Post n°919 pubblicato il 06 Aprile 2009 da ofelia770

 

Abbiamo bisogno di posti letto...chiunque avesse una struttura alberghiera osimilare in Abruzzo (costa, collina) chiamate 0854308309....amici diLibero, vi prego di copiare e incollare sul vostro profilo...grazie 2)L'Abruzzo si sta appoggiando all'Avis del Lazio, CERCANO URGENTEMENTE SANGUE DI RH 0 NEGATIVO. per favore fate di questo post il vostro status.
fate girare!!!

 

 

 

« un orrore .I SENZA VOCE. »

LA VERGOGNA DELL'europa.

Post n°196 pubblicato il 03 Settembre 2010 da fri30

famiglia Kappa è aumentatapiù siamo e meglio è... »
vergogna europea
Post n°1065 pubblicato il 02 Settembre 2010 da waffenkappa

Uno dei peggiori atti che l’uomo può fare contro gli animali è la vivisezione. Non solo perchè è stato dimostrato essere quasi totalmente inutile, visto che con le moderne tecnologie si possono avere gli stessi risultati con un programma per computer, ma soprattutto perchè è una forma di tortura legalizzata che fa girare milioni di euro guadagnati a scapito della salute di poveri animali innocenti.

clicca

firmiamo amici la petizione contro la vergognosa direttiva Europea,aiutiamoli..sono creature indifese..innocenti e il parlamento Europeo si vuole macchiare di questo tradimento ai danni di questi esseri viventi e di noi.

 Esperimenti su animali randagi e domestici. In poche parole cani e gatti. Utilizzando metodi da tortura come l’isolamento forzato, il nuoto forzato o altri esercizi che portano inevitabilmente all’esaurimento (morte) degli animali. E non è finita, perché se l’intensità è “moderata”, l’esperimento sulla stessa bestiola si può ripetere. Un bell’escamotage per sostenere, come recita la nuova direttiva europea sulla vivisezione, che d’ora in poi gli esperimenti coinvolgeranno meno animali. Il tutto gravato da un singolare paradosso: in Italia la legge sulle vivisezione è più rigida, ma ora le nuove regole dell’Unione non saranno più derogabili dai singoli paesi con buona pace delle multinazionali del farmaco. Certo l’Italia potrebbe chiedere di mantenere le sue regole, ma la domanda è: lo farà?Intanto, dopo anni di discussioni e rimaneggiamenti, la nuova direttiva europea sulla vivisezione è pronta al varo. Ma nessuno, o quasi, degli europarlamentari italiani eletti nel 2009 è ancora andato a leggersi il testo. Peccato, perché a guardarlo bene ci sono punti che farebbero accapponare la pelle anche al più convinto sostenitore della sperimentazione scientifica con gli animali. Il testo prevede, ad esempio, all’articolo 16: “La possibilità di riutilizzare animali già sottoposti a esperimenti di intensità ‘moderata’”. Un paradosso, si diceva. “In questi ultimi mesi quasi tutti gli articoli chiave sono cambiati in peggio rispetto alla prima stesura del 2008 – dichiara  la Lega antivivisezione – ad esempio la frase la possibilità di riutilizzare animali già sottoposti a esperimenti di intensità moderata è significativamente diversa rispetto alla prima stesura ipotizzata dalla Commissione, dove si parlava invece di esperimenti di intensità lieve“.“Tra le procedure codificate poi – continua la Brocca – c’è l’isolamento forzato di cani e scimmie o il nuoto forzato o altri esercizi fino all’esaurimento dell’animale”. Un risultato ben diverso, insomma, da quello che si aspettavano le principali associazioni animaliste che auspicavano il graduale superamento della sperimentazione con gli animali grazie all’utilizzo di metodi alternativi, in provetta o tramite modelli computerizzati e, nello stesso tempo, la riduzione degli esperimenti più dolorosi. Ma non è l’unico scivolone del testo. Sempre nella prima stesura del 2008 non vi era di certo: “La possibilità di chiedere delle deroghe a sperimentare su animali randagi delle specie domestiche l’ articolo 11 del testo  qualora sia impossibile raggiungere lo scopo della procedura” altrimenti e quando sia ritenuto “essenziale” per tutelare l’ambiente o la “salute umana o animale”.Eppure, la relatrice della normativa, l’eurodeputata Elisabeth Jeggle del Partito popolare europeo, aveva dichiarato alle agenzie di stampa: “Le nuove norme realizzano un compromesso tra i diritti degli animali e le esigenze della ricerca”. Ma il risultato finale non pende certo a favore degli animali. E così, mentre i nostri eurodeputati sonnecchiano, il tam tam di protesta degli animalisti è già partito. La Leal, lega antivivisezionista, sta raccogliendo le firme per una petizione online da portare al Parlamento europeo entro l’8 settembre, giorno della votazione del testo. Sono già oltre le 60mila. Tra questi hanno firmato: l’astrofisica Margherita Hack, l’attrice Lea Massari, la scrittrice Sveva Casati Modignani, il fotografo Gabriele Basilico. In gioco, stando ai dati forniti dall’Ue nel 2005 (gli ultimi disponibili), ci sono i 12 milioni di animali che vengono usati ogni anno in Europa per finalità di ricerca. Una statistica dalla quale vengono generalmente escluse le specie invertebrate e gli animali uccisi per utilizzare tessuti e organi. Ed ecco che cosa si sono inventati a Bruxelles come “compromesso”, per usare le parole della Jeggle.Il professor Macrì è stato per anni uno dei massimi ricercatori all’Istituto Superiore di Sanità, oggi scrive per alcune riviste scientifiche: “Io ho fatto quasi sempre sperimentazione sui ratti, non sono contrario alla sperimentazione scientifica con test sugli animali. Ci sono farmaci che possono essere testati sull’uomo se non dopo una prima fase di test fatta sugli animali. Certo, però, se dovesse passare il principio generale a livello europeo che si possono riutilizzare per più esperimenti gli stessi animali, sarei contrario. Mi sembra una inutile tortura. Come sono contrarissimo a usare animali cosiddetti randagi, portatori di per se di altre malattie. Oggi comunque in Italia  per la sperimentazione su cani e gatti o su altre specie al di fuori dei ratti, bisogna chiedere una deroga, una autorizzazione al ministero della Salute che la sottopone poi al vaglio di una commissione in seno all’I.S.S”. E già la normativa italiana, la n.116/92, è parecchio restrittiva sulla sperimentazione su quasi tutte le specie animali.“In realtà domani potrebbe diventare tutto più difficile o più semplice a guardarlo dalla parte dei vivisettori e dei grandi gruppi che dalla vivisezione traggono profitto. Infatti l’articolo 2 della nuova Direttiva esclude che si possano apportare migliorie alla Direttiva nella fase di recepimento. Tutt’al più l’Italia potrà chiedere di mantenere delle misure più restrittive, se già le possiede. Ma avrà voglia di farlo?”. Il timore è che per competere con gli altri 26 Paesi dell’Unione, il nostro governo non si batta abbastanza e decida di adeguarsi integralmente a questa Direttiva tutta giocata al ribasso. Fedi, già docente universitario in medicina a Roma e poi a Terni, è un luminare del cancro dell’urotelio. Fedi è un “pentito” della sperimentazione scientifica sugli animali: “Dopo 15 anni di sperimentazione all’università su cavie, topi, criceti, cani e gatti, un bel giorno mi sono reso conto che i risultati erano o inutili o dannosi e ho deciso così di liberare tutti gli animali del laboratorio. Torturare e uccidere animali, per sperimentare cosmetici, farmaci o altro, è una ingiustificabile crudeltà, a meno che non vi sia una reale utilità per l’uomo. Faccio notare che i risultati degli esperimenti su animali, possono essere, sull’uomo, uguali, diversi, o addirittura opposti e per verificarlo bisogna ripetere gli esperimenti sull’uomo.

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Commenti al Post:
lizzyebilly
lizzyebilly il 04/09/10 alle 18:21 via WEB
Ho già provveduto a formare, è una vergogna!!
 
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- www.aimip.org - Ad una persona molto vicina ad una mia cara amica hanno diagnosticato una malattia poco conosciuta ai piu. E' una malattia rara del polmone ma i casi sono sempre in aumento. Solo che non se ne parla e così non si sostiene la ricerca .Vi chiedo, per favore, di diffondere la voce a tutti i VOSTRI amici, parenti, contatti e-mail. Chiedete a loro di non fermare questa catena di amore e di solidarietà.Si può sostenere la ricerca con una piccola donazione o con il 5x1000 sul modello 730 (consultare il sito dell'associazione: www.aimip.org  . O semplicemente parlandone e diffondendo la voce....GRAZIE A TUTTI VOI

                  

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