Armati di un fucile a pompa Remington rubato in un negozio di pegni, di un punteruolo rimediato chissà dove e della loro furia, entrarono nel piccolo supermarket 7eleven indossando delle maschere di gomma dei Tre Porcellini. Una luna gonfia, pallida e deforme li guardava dall’alto.Il commesso del turno di notte dietro la cassa, non ebbe nemmeno il tempo di posare il giornale sportivo che stava leggendo che fu raggiunto da un pallettone calibro 12 Magnum. L’effetto fu devastante: il colpo sparato da meno di due metri gli sventrò la cassa toracica. Gli occhi del ragazzo, sbalzato dallo sgabello contro il muro, rimasero spalancati e increduli come quelli di una bambola di pezza. L’altra commessa in servizio nel supermarket fu raggiunta mentre, semiparalizzata a terra dalla paura, tentava di strisciare verso il retro del negozio, in due la immobilizzarono minacciandola col punteruolo, il terzo invece, senza pensarci troppo, le infilò la canna del fucile in bocca e premette il grilletto proprio quando la ragazza stava iniziando a pisciarsi addosso. Sul pavimento di linoleum giallastro sembrò formarsi un arcobaleno con i colori della morte.Il più vecchio dei Tre Porcellini aprì la cassa e ne prelevò il contenuto: duecentocinquantaquattro dollari; subito dopo non riuscì a nascondere il proprio disappunto per il magro bottino buttando giù la cassa dal bancone e prendendola a calci. Poi tutti insieme riempirono di sigarette e quant’altro delle buste di plastica ed uscirono precipitosamente come erano entrati, dirigendosi verso la macchina lì di fronte, dimenticandosi tanta era la foga, di togliersi le maschere di gomma. Randy Jackson, di ritorno dallo Sweetie-O, vide una macchina svoltare a velocità folle, con i pneumatici che stridevano sull’asfasto bagnato dall’umidità notturna e rimase a bocca aperta quando si accorse che chi guidava l’auto e i suoi passeggeri erano i Tre Porcellini, nonostante ciò neanche per un solo istante prese in considerazione l’idea di smettere di bere.