Language Is A Virus

Post N° 204


Lasciate stare Frank Sinatra.Era questa la voce che girava in quei giorni da Los Angeles a Palm Springs tra i membri del suo clan. Frank era senza pace, di cattivo umore, anzi nessuno l’aveva più visto in quello stato da quando si era lasciato con Ava anni prima, e tutti sanno come il divorzio da Ava lo avesse ridotto.Nemmeno la due giorni a Tijuana era riuscito a distrarlo, troppa confusione; Frank non si trovava a suo agio in quei posti, lui era da Las Vegas, mille luci, lusso e comodità, anche se i “numeri speciali” delle gemelline messicane lo avevano quantomeno incuriosito.Di sera, prima di cena Frank era silenzioso, lasciava il numeroso entourage e usciva da solo, un bicchiere di whisky in mano, nel patio della sua villa a Palm Springs.Dentro, dietro le ampie vetrate, i suoi uomini lo osservavano con preoccupazione, nessuno era ancora riuscito a capire la causa di tale malessere e nessuno osava chiederglielo, aspettavano un cenno, una parola da parte sua. Frank camminava a piccoli passi sul bordo piscina vestito di tutto punto, si fermava un attimo a guardare il cielo rosso del tramonto, un cielo che sembrava sanguinare, posava il bicchiere su una delle sdraio bianche e dalla tasca interna della giacca prendeva il portasigarette e se ne accendeva una con l'accendino d'oro Ronson che gli aveva regalato Ava, poi espirava lentamente una lunga boccata di fumo che il vento caldo del deserto spazzava via.