lanimaracconta

DRIBBLING (e brava Giulia! )


 “ E questa è Trieste vista dall'alto. Bella, vero? Quello è il Castello di Miramare, con il suo Parco. Ci andremo domani, vedrai che ti piacerà”.“ E' bellissimo il mare visto da qua. Come si chiama questa passeggiata? ““ Strada Vicentina, ma tutti i triestini la conoscono come La Napoleonica”Le due amiche stanno finendo la loro camminata. Davanti a loro un uomo sulla quarantina poggia le mani sulla balaustra di un Belvedere.Volge il viso al sole, chiude gli occhi, e sembra proprio che rida.“ Guarda quello! Ma non ha l'auricolare! Sembra proprio stia ridendo da solo!”“ Che ci vuoi fare, Trieste è anche questo : la città della riforma Basaglia, dei Centri di Igiene Mentale, dei Matti.....................................................................................Con lei è finito tutto, sto tornando a casa mia.Basta qualche anno di convivenza, e si accumulano una quantità di cose incredibili.Il mio appartamentino (che per fortuna in questi anni mi sono tenuto, prestandolo talvolta ad amici) è veramente piccolo.Nella casa dove stavamo costruendo un amore problemi di spazio non ce n'erano , col tempo avevoo portato una quantità di libri, vestiti, ricordi di viaggio che non intendo abbandonare.Devo aggrapparmi ai ricordi belli, sapere di aver vissuto, vissuto veramente, in questo momento di dolore.Stamattina ho portato a casa mia le prime valige. Quelle con le cose indispensabili in appartamento, le altre in soffitta.Avevo timore di riaprirla, quella soffitta. L'ho abbandonata per troppi anni. Dentro tutti i ricordi di una vita: l'infanzia, adolescenza, primi amori, foto, quaderni, lettere, regali. oggetti di tutte le persone a me care, che non ci sono più.Entrarci proprio adesso, in questi giorni col cuore a pezzi...A lei non porto rancore, non provo nessuna rabbia. Ora sopravvivo con l'angoscia che non ha funzionato per un unico motivo: siamo troppo giovani per rassegnarsi a stare soli, troppo vecchi per sapere stare in coppia.Si può imparare a camminare a quasi quarant'anni? Per tutti e due era arrivato in questo periodo della vita, incredibile, la prima vera storia d'amore. Sinceri, scanzonati, appassionati, veri... ma ognuno aveva già la sua corteccia, le sue autodifese a tutto ciò che è esterno a sé, le sue abitudini...Ora ritorno alla vita senza un programma, un senso, un abbraccio da dare alla sera.Ha senso riprendere una vita cosi' . L'ho mandata avanti cosi' per tanti anni, ma ora è dura, dopo aver toccato il cielo.Stamattina pensavo proprio di non farcela, balzavano alla mente brutti pensieri, finirla qua, ed avevo anche l'incombenza di iniziare il trasloco, di entrare in quella soffitta.Riaprire anche tutti i ricordi struggenti accantonati in un angolo del cervello, sopiti ma non scomparsi.“ ... e di un sole che trafigge i solai che ne sai....”Mi tremavano le mani mentre aprivo il lucchetto per togliere la catena, aprivo quel cancello di legno vecchio.Ho appoggiato le valigie a terra, mi sono seduto, ho chiuso gli occhi e ho fatto un bel respiro. Poi mi sono alzato, c'era da riorganizzare lo spazio, ho aperto tutti gli armadi, gli scatoloni.Bico! l 'orsacchiotto di peluche, il primo regalo che ho ricevuto e la prima parola che ho detto.Il Kanguroo, il pallone enorme col manico per saltare in piazzetta, i piattini, La Mia Prima Enciclopedia, la mucca Carolina, il clic clac, i miei primi temi a scuola.Il diario di mia madre incinta, il presepio di mio nonno, fatto tutto a mano, i quarantacinque giri che accompagnavano i miei primi tormenti...Toccavo tutto con movimenti lenti, stanchi, anche le emozioni dentro le sentivo attutite. Continuavo a pensare a lei, ai progetti di una vita, di un bimbo , di un senso svaniti. Chi me lo fa fare a...Sono stato scosso d'improvviso. Spostando qualche scatolone, in fondo al locale, ho visto lui, chi mi aveva fatto tanto piangere da piccolo. Il Dribbling!Una specie di calcio- balilla meccanico, venduto negli anni '70, con i giocatori rossi o blu che avanzavano premendo dei tasti enormi, calciando la palla tenuta momentaneamente davanti a loro da calamite messe sotto il campo di gioco.Uno dei giochi piu' belli, costosi ambiti per i bambini della mia generazione.Ma io non lo volevo. Sono stato tirato su dai nonni. Non mi è mai mancato niente, materialmente e in amore, ma sapete come guida uno una macchina non sua ma di un suo amico: troppa apprensione.“Lo sport è pericoloso..sudi... prendi freddo...prendi colpi, ti fai male...”.Io volevo in regalo semplicemente un pallone per correre in un prato del Carso, magari giocare da solo col mio cane Zanna: tiro! , parata dell'amico, il pallone mi ritorna indietro bucato, tiro di nuovo! , altra corsa del mio migliore amico sulla fascia...Mi rendevo conto delle ristrettezze economiche che c'erano in casa, eppure sapevo che, nonostante non lo volessi, ad ogni ricorrenza utile ai bambini sarebbe arrivato il regalo più costoso, a patto che esso si possa adoperare in casa.Io volevo giocare nei Pulcini della Triestina, in porta, ed un giorno, quando sarebbe andato in pensione, sostituire Dino Zoff.Mi bastava un pallone, ne ero sicuro, per iniziare quest'ascesa.Quel mio compleanno che in camera ho trovato Il Dribbling ho sentito una fitta al cuore. Addio Juve !Mi sono rigirato verso la porta della stanza, ho visto gli occhi trepidanti di mio nonno, quarant'anni in Arsenale alla manutenzione delle gru (quanti giorni di fatica saranno costati questo gioco), gli occhi emozionati e dolci di mia nonna, una vita per tirare su tanti figli, suoi e non.Sono corso loro incontro, piu' veloce possibile, ho chiesto che mi alzino, che mi abbraccino. Il mio viso era già appoggiato sulla spalla di nonna, e le mie lacrime, che non riuscivo più a trattenere, ovviamente erano “per l'emozione”. “Grazie nonna, grazie nonno! Un regalo bellissimo!”, e via col sorriso più grande che potessi fare.Soffrii in silenzio per giorni, poi, grazie ad un gioco cosi' ricercato, vennero a casa mia a sfidarmi tanti nuovi amici, alcuni dei quali sento talvolta ancora oggi.Così abbiamo fatto tutti noi, tutta la vita: quanti regali inutili, sgraditi abbiamo ricevuto e, per amore o per diplomazia, abbiamo sempre ringraziato abbozzando un sorriso! Poi magari quel regalo ha preso utilità, o più facilmente un significato , un valore diverso col tempo, magari solo per ricordarci un periodo, una persona, un gesto d'affetto che toccando l'oggetto in parte possiamo rivivere.L'avessimo capito a suo tempo quanto quel regalo ci sarebbe servito!Questa sera ho voluto venire qua, solo. Non mi reggono le gambe, non riesco nemmeno a tenere aperti bene gli occhi: mi da fastidio tutto.Senza amore, amici, prospettive, senso... Forse non ho fatto niente per salvare questo amore, costruire una famiglia, maturare... ecco, quando devo fare questa cosa qua, maturare, sì che ... il dribbling, magari inconsciamente, mi piace.Sono qua, appoggiato in questa balaustra a picco sul mare,dove stanotte sono piovuto gocce di felicità, ora racchiuse in tanti fazzoletti di carta,  per sentire il sole in faccia, per vedere la città dove in passato sono stato amato.Ma soprattutto perché voglio sognare che “chi di dovere”, qui , mi veda meglio.Se c'è un Creatore di questo spettacolo stupendo, di questo disegno del destino ora crudele, o se c'è ancora da qualche parte (dentro di me o piu' in alto in cielo) qualcosa di chi mi amato, io sono qua.Mi ritrovo tra le mani questo regalo che non capisco, che è la vita, e quello che provo , che sento, voglio tenermelo ancora una volta tutto dentro. Madre Mia, Madre Natura , Madonne o Dii che siano lassù guardatemi: vi sto ringraziando, e sorrido.“ voglio ridere come secome se ridere di per sébastasse già a risolvere gli errori “