mamidodori

buonanotte


Grande mare che guardi a oriente,non ti solcano le navima lo stesso sguardo mio,trasognato, muto ed errabondo.Le tue deserte acque di cobaltofecondano il cuore mio d’argilla,col dolce tocco rinnovatodi queste liquide carezze alla battigia.L’impronta appena si cancellainsieme alla condensa del mio affanno:ed io mi chino, palpando la tua pellecon la mano.Oceani lontani e correnti poderose,da voragini e distanze condotte al loro incontro,da Scilla, Gibilterra o Capo Horn,precisamente non lo so;il riflesso delle aurore boreali,le solenni tempeste, il canto struggentedelle megattere, e il salto di milioni di delfini:dalla mia mano tanto ascende in me!Questo chiamalo ora come vuoi, amico mio,suggestione o pathos, miracolo se puoi:misura irrilevante difatti ci appartiene,granelli nell’immenso intorno a noi…Eppure un solo vasto oceanoha trovato posto in me, nel quale si fondonoe respirano, s’agitano per poi placarsi,tutti i mari di questo mondo.