DAVANTI ALLA PAROLA

AVERE GLI OCCHI LIMPIDI ED ACCOGLIENTI DI UN BAMBINO E' LUNICO MODO CHE ABBIAMO PER STARE AL MONDO BENE


VII SETTIMANA DEL T.O. - SABATO 
   Mc 10, 13-16In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli fra le braccia e ponendo le  mani sopra di loro li benediceva.  Gesù ci pone sempre davanti al modo distorto del nostro vivere per aiutarci a cambiarlo e goderne la bellezza. Non è un costruttore di mostri o di quella letteratura dell’orrore che, con la scusa di mettere a nudo le nostre malefatte, spreca tutta le sue energie per farci vedere quanto è brutto il male e in questo modo ce ne fa subire il fascino. . 
.E sì perché è molto più facile descriverlo e porvi contro la macchietta del bene che alla fine arriva e risolve tutto piuttosto che partire da una realtà in crescita verso la sua pienezza avversata da ogni genere di difficoltà  tra cui anche la ferocia del male. .
.Inoltre il Signore Gesù ci dice chiaro chiaro che il regno di Dio arriva davvero in questo mondo e cioè non vi è assente se lo accogliamo. Nessuno, in questo mondo di luci sfreccianti e presto volte al tramonto, ci dice una cosa così rassicurante, e cioè che il regno di Dio non dipende da ciò che è esterno e quindi estraneo alle nostre possibilità, ma solo dal nostro sì aperto ed accogliente come quello di un bambino. . 
 .Chi invece ci vuole convincere che esso dipenda dall’essere stati irreprensibili coloro che dovrebbero testimoniarcelo, dalle sfere ecclesiatiche a coloro che si dichiarano cattolici, si illudono o offrono a se stessi una scusa a buon mercato per declinare l’invito del Signore Gesù che è venuto a portare la luce in questo mondo. .
 .E l’ha portata nonostante l’avversione di coloro che avrebbero dovuto accoglierlo come il Benedetto atteso dai secoli. Anche noi allora più che misurarci con la sociologia del cattivo cristianesimo dovremmo metterci davanti a Lui e decidere se vogliamo in questo nostro tempo aggiungerci ai suoi carnefici di un tempo oppure accoglierlo per la bellezza di ciò che ha detto, fatto e patito per noi. E non solo anche per il mondo di speranza che ci apre in questo mondo e, perché no, anche nell’altro. Michele Sebregondio                                                 Comunità del Monte Tabor(Gabriele Patmos)                                             https://sites.google.com/site/sultabor/