DAVANTI ALLA PAROLA

MANGIARE IL PANE DI GESU' E' ACCETTARE CHE LA SUA VITA DIVENTI LA NOSTRA COME FRATELLI E FIGLI DI UN UNICO PADRE


III SETTIMANA DI PASQUA - SABATO    
       Gv 6, 60-69 In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».   Nel versetto 56 così Gesù aveva detto:  “ Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui.”. Sono parole sconvolgenti impossibili da capire perché dice Gesù che la loro comprensione non può derivare dall’averle ascoltate dalla sua bocca, ma dal fatto che è dono del Padre permettere agli uomini di avvicinare il suo Figlio Gesù e comprenderne il linguaggio.   .  
  .Gesù insomma invita coloro che lo circondano a non fermarsi solo alla considerazione della sua persona perché nel gioco della relazione è sempre coinvolto il  Padre celeste. A noi cristiani poco abituati a pensare in modo trinitario fa difficoltà entrare in questo circuito di compresenze, eppure nel nostro modo abituale di pregare iniziamo sempre con il segno della croce dove sono presenti il Padre, il Figlio e il Santo Spirito. .  
  .Sarebbe molto più facile avere un Dio unico come quello dei musulmani ma per fortuna per noi le cose non sono così. Abbiamo infatti, grazie alla Trinità, una ricchezza infinita che inizia nel Padre, creatore di tutte le cose  e ideatore del piano della nostra salvezza, che prosegue nel Figlio come attuatore del disegno del Padre  e con lo Spirito che rende attuale l’incontro con la vita e le parole del Signore Gesù.  .  
  . Ora non  è qui il momento di avvicinarsi al mistero trinitario a noi basta tener presente che anche nella vita di tutti i giorni siamo chiamati a metterci in relazione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. L’avvicinarsi a questo modo di entrare in rapporto è certo un dono di Dio ma deve esserci da parte nostra una disposizione a farsi fecondare dalla ricchezza della vita divina.   La nostra vita e la Parola   Spirito Santo, apri le nostre menti perché possiamo essere fecondati dalla parole di Gesù perchè esse sono spirito e vita e ci spingono sempre oltre le nostre piccole idee.   Michele Sebregondio