DAVANTI ALLA PAROLA

CHIEDIAMO AL SIGNORE DI DARCI GLI OCCHI PER RICONOSCERE I SUOI INVIATI


 II SETTIMANA DI AVVENTO -    
Mt 17, 10-13 Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.La nostra vera opportunità lungo la storia della nostra vita è quella  di saper riconoscere gli 'Elia' che il Signore ci invia. Tante grandi presenze esistono tra di noi ma siccome siamo abituati al 'glamour' (wikipedia: "fascino", in particolare con riferimento a eleganza, sensualità, seduzione) allora i nostri occhi non sanno far altro che dirigersi vero quelle persone e situazioni che lo incarnano. La piana semplicità di persone umili e perbene  non ci attira molto e così per paura o invidia o durezza di cuore non ci esponiamo davanti a chi può aiutarci a cambiare vita e così diventiamo insipidi sprecando i nostri preziosi talenti..
.Gesù, per quanto riguarda il suo tempo, afferma che anche lui dovrà patire delle sofferenze come quelle inflitte a Giovanni il Battista. Inoltre ciò che poi mi colpisce da parte di Gesù è la  rassegnazione nell'esporsi alla sofferenza come se non potesse evitarla. Quel "dovrà soffrire' è però la chiave che ci fa capire che Gesù non è vittima di un meccanismo a cui non poteva sfuggire  ma il consapevole attore,   nella scena del suo tempo, dell'avvento di un regno nuovo che, proprio per la sua novità e radicale opposizione a quello vecchio, doveva subire gli attacchi di coloro che non l'avrebbero riconosciuto..
.Gesù non indietreggia perché  la sua novità sta nella vittoria contro le forze maligne e gli oscuri raggiri di quanti godono nel fare male ai figli di Dio: sappiamo che la sua vittoria l'ha ottenuta instaurando sulla terra una nuova modalità di relazione che è quella dell'amore e non della violenza ed è per questo che il Padre l'ha fatto subito risuscitato e noi possiamo contemplarne la gloria intanto che  la sua grazia scende copiosa su coloro che vogliono somigliargli.
La nostra vota e la ParolaSpirito Santo, che hai dato la forza a Gesù di soffrire, donala anche a noi in modo che nelle avversità non ci scoraggiamo ma viviamo la nuova esperienza di amore che ci propone Gesù.Michele Sebregondio