NATALE 2014
.Dopo aver bloggato la mia poesia di Natale sento che la partita con Gesù che nasce in questo 2014 per me non è affatto chiusa. E questo perché oggi più che mai ci troviamo in in una così ricca e variegata presenza di linguaggi che inviano a mondi di ogni tipo che ormai quello cristiano nel suo universo di senso diventa sempre più straniero e incomprensibile. Occorre dunque rimboccarsi le maniche ed immaginare una più fresca significazione come fecero Paolo quando volle portare il messaggio di Gesù a coloro che non erano ebrei e i cristiani dei primi secoli quando si dovettero confrontare con il corposo e variegato mondo rappresentativo e filosofico dei greci e dei romani..
.Oggi i cristiani devono aver presente i saperi e le attese di questo mondo anche per marcare la differenza che ci distingue rispetto a qualsiasi discorso su Dio che non sia quello presentato da Gesù. Ogni affermazione infatti e domanda fatta su Dio, preso come concetto assoluto presente nel vocabolario umano, non può esser scaricata su noi cristiani quasi che ne fossimo i legittimi interpreti e detentori, saltando però di fatto la vita di Gesù venuto appunto a dare riscontro di verità a quelle affermazioni e a quelle domande..
.Mi pare che il Natale sia l’occasione per porsi delle domande radicali sia che a porle siano gli stessi cristiani o qualsiasi uomo che, onestamente e senza pregiudizi, si ponga di fronte a Gesù e alla sua storia sia quella precedente che quella della sua chiesa. Ed iniziamo: Come mai noi cristiani insistiamo tanto sulla vita storica di Gesù quando sarebbe meglio, come verrebbe naturale, pensare a Dio solo nel proprio cuore e dunque in modo diretto e senza mediazioni? Perché Gesù e la sua mediazione e non piuttosto un rapporto diretto con Dio che avrebbe il vantaggio di eliminare in un sol colpo tutte le mediazioni di chiesa o di apparati religiosi? Ed ancora perché Dio non ha scelto di parlarci a tutti direttamente magari apparendoci e spiegandoci come vanno le cose di Dio e del mondo? Perché invece ha scelto di cominciare una storia solo con un uomo di nome Abramo e con un unico popolo ? Perché Dio si nasconde preferendo che molti lo dichiarino morto ed inesistente? E poi l’inventarsi un Dio che scende nella storia come fanno i cristiani non è ridurlo ai nostri parametri e dunque rimpicciolirlo o addirittura farne un vaso delle nostre proiezioni? Non è meglio per noi uomini intraprendere una via di realizzazione in cui ci meritiamo il regno dei cieli senza doverlo ricevere come dono? Se Dio è Padre, come dicono i cristiani , come mai ha permesso che suo Figlio Gesù morisse in croce? Non è forse questo risultato così atroce la dimostrazione lampante dell’inesistenza del Padre celeste?Non è meglio poi godersi questa vita finché dura senza doverla vivere secondo un’altro registro, quello religioso? Cosa cambia nella propria vita se si accetta il Dio cristiano? E cioè si diventa solo proprietari di una narrazione da opporre alle altre o non piuttosto testimoni che vivono in prima persona ciò che credono senza l’assillo ossessivo di piantare nella zucca propria e degli altri le proprie verità? Potrei ancora continuare ma ciò che mi preme dire è che ai nostri fratelli del mondo di oggi non si possono dare per scontati i fatti cristiani come se ormai non avessero più bisogno d’essere continuamente collocati in un quadro storico e ricompresi alla luce della nostra storia odierna. Insomma tutti, dai preti ai singoli battezzati, dovrebbero sentirsi sempre come in una situazione di primo annuncio dove diventa essenziale percepire nel pubblico oltre alla parte accogliente, e spesse volte addormentata , quella parte resistente a cui è giusto dare una spiegazione: parte resistente che forse è stata anche la nostra ..
.Diversamente si prende la strada più comoda di incrementare la devozione delle persone o il discorso moraleggiante che oggi va bene a pochissime persone, ma che non tocca la stragrande maggioranza che la trova obsoleta e la guarda con aria sufficiente e per nulla liberante. Detto questo allora il Natale di Gesù può diventare l’inizio (per tanti uomini di buona volontà e che vogliano davvero cogliere l ’occasione di entrare in un mondo che alcune persone, rispettate nei propri circoli umani, dicono essere di grande interesse, verità e liberazione) di seguire tratto tratto la vita d’un uomo inviato da Dio che traduce in ogni suo atto una meravigliosa sintesi di misericordia, giustizia, passione, fedeltà, testimonianza di un mondo altro ecc. E può diventare anche l’occasione per chiedersi da dove sia spuntato fuori Gesù e quale sia la sua storia prima che nascesse visto che i testi la collegano addirittura ad Abramo cioè ad un uomo vissuto tra il secondo ed il primo millennio a.c..
.E scopriamo allora che la grandezza di Gesù è data anche da un disegno del Padre celeste che inizia da molto prima e d investe secoli e secoli di storia e di popoli. E per finire occorrerebbe ringraziare la Chiesa che ci ripropone sempre il Natale come per dirci: “ Non cercare un Dio frutto della tua testa ma accetta di confrontarti con un uomo come te, ed anche Dio, che ha molto da dire sula tua vita e la tua vera destinazione umana ed eterna..
Michele Sebregondio