DAVANTI ALLA PAROLA

L'AMORE DI DIO E' OLTRE GLI STECCATI DELLE NOSTRE DIVISIONI


SAN ANTONIO, ABATE (m)  
   Mc 2,13-17 In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».   Perché mangia insieme ai repubblicani e ai peccatori?Come a dire: perché parlare con i diversi? Perché stare con gli “inferiori”?Questo brano  mi ha immediatamente risuonato come un invito alla relazione, e alla non esclusione, ovvero al non “razzismo”.Gesù si rivolge a tutti, anzi indica esplicitamente che la Via è quella della inclusione, della empatia, della comprensione. ..
 .Potremmo dire – faccio una voluta forzatura “professionale” – che nel suo insegnamento egli spieghi: “mi rivolgo ai nevrotici, che hanno bisogno di lavorare su di sé, e non a quelli che sono già più evoluti o hanno già fatto percorsi terapeutici”. Poi, in realtà, nella sua azione dimostrerà addirittura che i cosiddetti “giusti per default”, i rappresentanti stessi della Legge, avrebbero ancora più bisogno di aiuto degli altri (usando la metafora precedente, ci sono terapeuti più nevrotici dei loro clienti: ma questa è un’altra storia…). Alessandra Callegari