DAVANTI ALLA PAROLA

IL VERO PANE CHE CI NUTRE E' DISCESO IN QUESTO MONDO: CIBIAMOCENE!


III SETTIMANA DI PASQUA - MARTEDÌGv 6, 30-35In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».  “Non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo” : questa bella precisazione di Gesù possiamo estenderla anche alla nostra vita e potremmo trascriverla nel modo minimo anche così: “lo stipendio, per chi ha la fortuna di prenderlo, alla fine non ce lo  dà il datore di lavoro né il nostro stesso lavoro, la pensione non ce la dà lo Stato, la salute non ce la dà solo il nostro corpo e così via”. Questo modo di intendere l’atteggiarsi verso la vita ha il grande merito di non credere che ciò che abbiamo ce lo siamo meritati di necessità cosicché nel caso venisse meno ci evita di entrare in quel tunnel pauroso del sentirsi diseredati di ciò che sentiamo nostro e quindi dovuto a tutti gli effetti.  Siamo umani e quindi se ci tolgono qualcosa ci restiamo male e riteniamo giusto combattere per riaverlo, nel caso fossimo dalla parte della ragione, ma se seguiamo questo primo passaggio delle parole di Gesù faremo tutto con un altro animo. Il secondo passaggio delle sue parole ci dice che il pane, inteso come cibo, non è la cosa più importante perché ve n’è un altro che lo supera infinitamente nel suo valore e cioè il cibo che si prende dalle mani del Padre: il suo Figlio Gesù offertoci come per vero pane e vera sorgente d’acqua viva che può nutrire veramente il nostro spirito.  Il suo pane, e cioè Gesù, non nutre solo noi umani ma ha una dimensione di nutrimento all’altezza della nostra attuale preoccupazione di dare cibo al mondo (EXPO) in quanto da vita al nostro universo mantenendolo nell’esistenza.  La nostra vita e la Parola Spirito Santo procuraci sempre di questo pane perché mangiandone ebevendone noi siamo incorporati alla vita di Gesù nostro fratello per la gloria del nostro Padre celeste. .Per chi è interessato a Milano presso l'Abbazia di Chiravalle (MM3 e poi la 77)ogni mercoledì alle ore 18, ( domani 22 Aprile no ma tutti gli altri mercoledì sì)  si riunisce un piccolo gruppo che ha come spiritualità di riferimento la trasfigurazione di Gesù, la preghiera del cuore e  l'ascolto della Parola nel silenzio della meditazione.  Michele Sebregondio