DAVANTI ALLA PAROLA

BEATI NOI SE SAPREMO GUARDARE AI BISOGNI DEI NOSTRI FRATELLI E NON ALL'AFFERMAZIONE DEL NOSTRO IO


VIII SETTIMANA DI PASQUA – SAN FILIPPO NERI (m)
         Mc 10, 28-31 In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».  Pietro ci rappresenta tutti. E’ la voce della nostra coscienza che non fa un passo se non ne vede il tornaconto. Nel suo chiedere però Pietro è sincero come è stato sincero nel seguire Gesù. Egli, avendo lasciato tutto, si sente autorizzato a chiedere cosa ne otterrà in concreto. In Matteo la frase di Pietro è più completa: “Allora  Pietro  prendendo la  parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo  seguito; che cosa dunque ne ?". (Mt 19, 27). Gesù sta dicendo a Pietro che il pieno che egli si aspetta in questa vita per la sua sequela lo riceverà nell’altra vita mentre in questa già nel presente riceverà sempre “cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni”. Pietro, come del resto anche noi, non si aspettava il finalino delle ‘persecuzioni’ e sicuramente gli sarà rimasto oscuro questo passaggio. Ricordiamoci che i discepoli  non potevano mai credere di dover subire delle persecuzioni a causa di Gesù dal momento che non ne vedevano il motivo visti i suoi miracoli e le guarigioni di cui beneficiava le persone d il popolo. Solo dopo la conclusione della vita di Gesù su questa terra e la discesa dello Spirito Santo, nonchè le prime persecuzioni, si renderanno conto del senso di quelle parole.   Poi arriva anche la frase che inchioda la nostra continua voglia di primeggiare, di occupare i primi posti. Gesù ci dice che chi vuole essere primo non ha tempo di guardarsi attorno perché è attratto dall’oggetto del suo desiderio. Gli ultimi invece non hanno questa premura e quindi, essendo più rilassati, possono guardarsi attorno e rimanere più influenzati dal contesto e, se sono delle anime buone, sanno anche mettersi a disposizione dei bisogni degli altri semplicemente perché li vedono, dove il ‘vedere’ è già un primo accogliere.  La nostra vita e la Parola   Spirito Santo, aiutaci nelle situazioni a lasciar essere il mondo senza che subisca il nostro assalto. Illumina la nostra mente perché possiamo capire quanto sia meglio non dare delle soluzioni a scapito invece di quanto potremmo fare assieme agli altri ascoltandoli e servendoli. Michele Sebregondio          p.s.  https://davantiallaparola.blogspot.com/b/post-preview?token=t4TBjk0BAAA.eR9cqkrziZmSFM6uruqdIw.uZZTshwpvzumFrzX38L_TA&postId=5750872375193401574&type=POST#!/2015/05/viii-di-pasqua-filippo-neri-mc-10-28-31.html  ...sto provando a migrare su google