DAVANTI ALLA PAROLA

NON GIUDICARE SEMBRA CONTRA NATURA MA INVECE E' IL PRINCIPIO DELLA VERA SAGGEZZA


21 GIUGNO XII SETTIMANA DEL T.O.  - SAN LUIGI GONZAGA (m) 
Vangelo   Mt 7, 1-5 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».   È un brano così noto che ogni commento sembra banale…Mi viene spontaneo leggerlo in chiave “professionale”: per essere un buon counselor – o psicologo, o psicoterapeuta, o psichiatra… - il primo dovere verso il cliente/paziente è quello di non giudicare.
Ovvero, per poter aiutare qualcuno che vive un disagio esistenziale, un conflitto relazionale, un malessere dentro di sé o nel rapporto con il mondo esterno, la prima cosa è “lavorare su di sé”:
 vedere la trave che c’è nel proprio occhio e togliersela, altrimenti è impossibile vedere e togliere la pagliuzza nell’occhio altrui. 
Gesù era talmente all’avanguardia che aveva anticipato Freud, la psicanalisi, Rogers, la psicologia dello sviluppo, la bioenergetica, la sistemica e quant’altro… 
ALESSANDRA CALLEGARI