DAVANTI ALLA PAROLA

OCCHIO AI FALSI PROFETI E NOI STESSI CHE SPESSO LO SIAMO


XII SETTIMANA DEL T.O. – MERCOLEDÌ
  2 Re 22,8-13; 23,1-3  In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Gesù ci dice di guardarsi dai falsi profeti e a ben pensarci questo invito uno lo potrebbe rivolgere a se stesso per vagliarsi avendo di fronte la vita del Signore e le sue parole.
 Siamo infatti più propensi a guardare le pagliuzze nell’occhio del nostro prossimo che la trave che abbiamo nell’occhio. E la trave è la falsa profezia, è quel mettersi di fronte all’altro in quel continuo pensiero ossessivo che sposta continuamente l’attenzione da se stessi verso gli altri: ‘E’ mio fratello che non capisce, per me le cose sono chiare: dovrebbe cambiare atteggiamento allora tutto sarebbe più facile”.
Con questi e simili il nostro di atteggiamento. Gesù però  si riferisce soprattutto a coloro che si pubblicano ai nostri occhi mostrandosi come delle brave persone.
Egli ci invita a non farci ingannare  dalle apparenze e ci indica quale potrebbe essere il giusto discernimento sulle loro profezie. Egli ci dice di guardare i frutti e vedere se essi sono buoni. Tuttavia non è così semplice poter giudicare i frutti perché si può comunque rimanere preda di alcuni frutti ritenuti buoni perché  vanno a collimare con parti di noi che sono entrati in risonanza con quelli del falso profeta.
 Un aiuto potrebbe essere quello di non chiudersi mai dietro alla sequela di qualcuno ma di mantenere rapporti con coloro che ci possono aiutare a valutare in modo obiettivo. Nella Chiesa ad esempio, che è un campo così vasto di presenze e di esperienze, si dovrebbe sempre trovare il modo di confrontarsi e di raccontare le proprie esperienze.
Oggi poi abbiamo che un Pontefice che parla non solo al cuore ma anche alla ragione siamo più aiutati a trovare dei saldi punti di riferimento.  Resta però che il suggerimento di Gesù è quello principe perchè se i frutti di bene non sono superficiali ma duraturi e se la gente che prima faceva il male cambia totalmente la propria vita allora è proprio vero che quel profeta è un buon profeta.
 La nostra vita e la Parola Spirito del Signore, il tuo Gesù ci invita al discernimento ma la prima cosa che a noi viene in mente è quella di capire se nelle nostre relazioni con gli altri portiamo la buona profezia o la falsa. Aiutaci allora ad esaminarci fino in fondo per vedere se i nostri frutti sono davvero buoni oppure così cattivi da dover pregare il Signore di aspettare ancora perché forse qualcosa di buono potrà trovare in futuro. GABRIELE PATMOS