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RIMANERE PICCOLI E' IL SEGRETO PER RICEVERE LE RIVELAZIONI DEL PADRE

Post n°731 pubblicato il 03 Dicembre 2013 da sebregon

3 DICEMBRE
I SETTIMANA DI AVVENTO - 
MARTEDÌ
SAN FRANCESCO SAVERIO 
(m) 

 


 


 


 
 Lc 10, 21-24


 
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

 

Anche a noi sarebbe piaciuto conoscere di persona il Signore Gesù tuttavia se fossimo stati là nel suo tempo come ci saremmo comportati? Avremmo capito subito l’occasione d’oro che avevamo davanti o avremmo fatto parte dei più, anche buoni, ma che lo seguivano solo per  i miracoli per abbandonarlo poi quando sarebbero sorte le difficoltà? 

 

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Noi oggi siamo in qualche modo più fortunati di tanti di allora non solo perché gli crediamo senza averlo visto di persona, ma anche perché usufruiano del patrimonio teologico che la Chiesa ha tesaurizzato in questi duemila anni di storia e delle testimonianze di coloro che hanno creduto nel Signore anche dando la  vita.

 

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                 Shahbaz Batti, ministro pakistano cristiano ucciso dagli estremisti.

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L’occasione della gioia di Gesù è data dal ritorno dei 72 discepoli da una missione dove avevano scacciato i demoni nel suo nome.  Gesù è contento perché i discepoli gli avevano creduto. Il motivo della sua gioia è legato al fatto che sono i piccoli ad aver ricevuto le rivelazioni del Padre e non i sapienti ma non perché ce l’avesse con costoro ma semplicemente perchè si sono rifiutati di credergli.

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I ‘sapienti’ hanno come riferimento un mondo di idee, le loro, e difficilmente riescono a collocarsi con umanità a livello delle persone e dei tesori che racchiudono nel cuore. Questo tipo di sapienti non si fa educare dalla vita perché volgendo la mente ai grandi sistemi passano il tempo a vedere se le occorrenze del quotidiano possono o no entrare in questi loro schemi.

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Ad es. se uno non ha nella vita avuto mai l’occasione di incontrare la sfera religiosa arriverà presto alla conclusione che essa è inutile e se poi vorrà essere più radicale dirà che le sue implicazioni rendono l’uomo un alienato perché  spostano la sua attenzione dalla terra al cielo e cioè da un mondo concreto ad un altro fantastico ed inesistente.  

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Questo modo di procedere è da falso ‘sapiente’ e falso ‘dotto’ perché porta l’esperienza di questo singolo, o di un insieme che la pensa nello stesso modo, a regola generale. Più onesto sarebbe dire: “ La mia vita fino ad adesso credo di averla vissuta bene senza l’aiuto di alcuna credenza religiosa e nello stesso tempo non mi precludo niente perché tutto è vita”.

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Ritrarsi a priori da possibili esperienze perché si è deciso che Dio non esiste è prendere per oro colato ciò che suggerisce una ragione che ha così tanti buchi da non poter essere considerata la bocca della verità. Gesù gioisce perché i discepoli si sono affidati alla sua parola portando a casa pieni di gioia un risultato strepitoso.

 

La nostra vita e la Parola

 

Spirito Santo quanto più ci affidiamo alle parole di Gesù tanto più davanti a noi si aprono le vie della vita: aiutaci allora in questo cammino di affidamento.

 

Gabriele Patmos

 

 
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