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Post n°385 pubblicato il 18 Febbraio 2011 da sebregon
VI SETTIMANA DEL T.O. - VENERDÌ
Gn 11, 1-9
Di questa nostra odierna novità cosa può essere paragonato all’unica lingua e alle uniche parole? Anzitutto la possibilità reale ed universale di trasmettersi informazioni grazie alla leggerezza del software che ci stacca progressivamente dalla difficoltà di luogo e di tempo per ottenerle e questa è una cosa buona. Grazie a questa facilità di scambio anche i neuroni degli uomini hanno cominciato a funzionare più velocemente. La presenza degli strumenti elettronici,oltre alla tv, permette lo scambio di posta, articoli, libri, video, musica e rende l'umanità più unita ed inserita in un sorta di villaggio globale dove non si può essere indifferenti alla sorte del vicino. Dietro questa occasione di vita nuova però si possono nascondere delle insidie reali. Ne vorrei citare solo una che può prendere coloro che passano molto tempo sulla rete spostando la loro vita reale in quella immaginaria. La cosa diventa grave quando lo scambio non è solo di informazioni ma prende la vita affettiva. Nella vita reale infatti, pur sempre nella difficoltà di una valutazione obbiettiva, una persona può essere conosciuta grazie ad una serie di segnali che aiutano a farsene un’idea abbastanza realistica. Questo non avviene quando ci si conosce in rete. Non bisogna allora utilizzare questi strumenti? Tutto è buono ma ognuno dovrebbe interrogare il proprio cuore quando si mette in certe avventure per capire perché vi si mette. Ha voglia di trovare qualcuno da amare? Ma se è così perché non frequentare luoghi di persone in carne ed ossa? In un rapporto a distanza si rischia di mettere in scena più la rappresentazione di se stessi che quello che si è veramente. In questo tipo di relazione si parte da una fusione mentale ed emotiva che poi quando si trasferisce sul piano della realtà frana perché è difficile far combaciare l’immagine mentale con quella reale dell’altro. E' come se si volesse costruire prima un linguaggio comune per arrivare al cielo della piena identità (costruzione della torre di babele). Alla fine il rischio della confusione e della dispersione, e cioè della rottura del rapporto, è alta. Diversa è la situazione di chi non si aspetta di risolvere il suo problema affettivo in rete e aspetta solo dalla vita reale una risposta su come dare risposta al bisogno di donarsi. Bisogno che come sappiamo può essere appagato non necessariamente in un rapporto a due. Ma nel caso lo fosse è solo il contatto reale con l'altro che permette una crescita capace di calibrare armoniosamente e progressivamente quanto si gioca nella relazione.
La nostra vita e la Parola Spirito del Signore aiutaci ad usare i nuovi strumenti di comunicazione in modo cristallino cercando di non dare di noi una falsa immagine o usandoli in modo improprio. Gabriele Patmos
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