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Post n°728 pubblicato il 25 Novembre 2013 da sebregon
XXXIV SETTIMANA DEL T.O. ANNO MARTEDÌ
Lc 21, 5-11
Per gli ebrei il tempio di Gerusalemme era il luogo per eccellenza dove poter onorare Dio almeno fino alla venuta di Gesù. Poi con lui le cose cambiano. Già infatti nel dialogo con la samaritana possiamo capire come: “ I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». “. (Gv 4,20,24).
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E noi sappiamo che per i cristiani il luogo per eccellenza in cui adorare il Padre è il corpo del Figlio. Per capire questo passaggio dal tempio fisico al suo Corpo possiamo farci aiutare dalle sue stesse parole: " Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». [Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. “. (Gv 2, 19-21). I cristiani vanno anche in Chiesa ma sanno che il loro credere a Cristo Gesù è completamente indipendente da qualsiasi luogo fisico.
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Questo loro forte riferimento alle parole e alla vita del Maestro li salvaguardano da quei falsi profeti che enfatizzano luoghi fisici particolari dove incontrare Dio come pure da coloro, della stessa pasta, che cercano adepti per introdurli, in virtù delle disgrazie che profetizzano, lungo i sentieri della paura fosse anche a fin di bene dicendo che occorre transitarli per avvicinarsi a Dio.
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Il Signore invece ci invita solo ad essere vigilanti e non farci prendere dalla paura perché: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina". (Lc “21,28). Chi pone il centro della sua esistenza nella santa vita del Maestro non ha nulla da temere perché se la morte non L’ha potuto distruggere vuol dire che anche per noi ci sarà la sua stessa vita e cioè quella in cui saremo uniti in una circolarità d’amore nello Spirito Santo che ci lega al Padre ed a suo Figlio Gesù.
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La nostra vita e la Parola
Spirito Santo, nostro avvocato e guida su questa terra, cogli al volo ogni nostra minima volontà di bene e rendila forte in modo che non cadiamo vittime dei falsi profeti che facilmente potrebbero farci cadere in confusione.
Gabriele Patmos
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